Passata e’ la tempesta odo augelli far festa.
Sautè era in preda ad uno dei suoi incubi più feroci, la sera prima aveva appena terminato la registrazione della trasmissione fornelli calienti , l’ennesimo format che andava in onda ad ore impossibili della notte, dove cuochi sull’orlo di una crisi di nervi si sfidavano cucinando in modi impossibili.
Neanche un tuono che sconquassò l’intero quartiere riuscì a svegliarlo, era completamente sudato e si girava nel letto coi tempi esatti coi quali girava i suoi arrosti, lui ci sapeva fare ai fornelli, ma al giorno d’oggi non bastava più essere un bravo cuoco.
Nonostante lui detestasse tutte quelle trasmissioni che avevano legittimato qualsiasi pivello a sentirsi uno chef pluristellato, fu costretto anche lui a gettarsi nell’arena, ma questa volta portare ricette, bensì un nuovo metodo sconvolgente per cucinare, per realizzare il suo progetto si allenava così tanto che la sera collassava direttamente in branda .
Era riuscito ad arrivare in finale in un percorso che lo aveva visto facilmente vincitore nelle fasi preliminari, aveva battuto un concorrente che cucinava in preda al LSD, un mach esilarante durato pochissimo, dopo ne aveva superato un altro che si cimentava a confezionare cibi in assenza di gravità,finito poi nel suo impasto a centrifugare per ore, poi nella semifinale aveva trionfato anche col candidato numero uno per la vittoria finale, uno chef dalmata che sfornava meraviglie culinarie completamente al buio ma che ha avuto la sfortuna di inciampare nella macchina sottovuoto ed infine finire insacchettato per bene..
Ora però doveva alzare l’asticella perché per lo scontro finale doveva vedersela col famosissimo chef giapponese Son tut en tai , uno che riusciva ad affettare al volo animali e renderli sushi e sashimi ad una velocità incredibile, aveva riscosso un successo fortissimo nel pubblico, sautè doveva superare se stesso, avrebbe ottenuto quell’agoniata cottura diel roast beaf senza ausilio di forni convenzionali, solo con l’energia sprigionata dalle sue leve pedalando sino allo sfinimento. Quella mattina si svegliò consapevole di aver dormito malissimo, l’incubo del suo avversario che trafiggeva tutto e tutti compreso lui lo aveva atterrito, fece colazione cona una red bull calda e una ventina di banane poi si diresse agli studi televisivi. Il forno che si era fatto costruire era azionato tramite una enorme bobina che si surriscaldava attraverso un complicato marchingegno azionato da una semplice ma devastante pedalata, Sautè sarebbe stato il motore umano, ma dentro di lui sapeva che per arrivare alla cottura di quel roast beaf ci sarebbero voluti almeno dieci persone che pedalavano simultaneamente. Fu sorpreso e sollevato quando davanti alla sede televisiva vide lo chef giapponese circondato da una cinquantina di animalisti che avevano tutta l’intenzione di affettarlo, tirò dritto e si diresse al secondo piano dove il conduttore della trasmissione si trovava in una posizione innaturale, lardellato e aromatizzato al punto giusto, sotto gli occhi privi di pietà di tutti gli altri concorrenti eliminati nella serie precedente, Sautè annuì e tornò sui suoi passi rinunciando alla cottura che lo avrebbe incoronato “Chef impossibile 2019″, smontò la macchina e pedalò con parte di essa verso casa, il tour lo avrebbe riaccolto.
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SEMPRE DEDICATO A TUTTI QUELLI CHE CI HANNO PROVATO, EVVIVA IL TOUR !
Ma manca lo chef marocchino già vincitore ai crampi e…
Affettare animali al volo …