Storia e albo d’oro

La fabbrica dei mostri

Era un estate come molte altre, ci si lamentava per il troppo caldo e, se pioveva ci si lamentava lo stesso. Per alcuni di noi la bicicletta era come una valvola di sfogo dagli stress quotidiani del lavoro. una di quelle sere passate al bar in compagnia, prese corpo una delle più malsane idee degli ultimi anni. A distanza di tempo si vedrànno poi i danni causati  dalla nascita di questi nuovi mostri creati ingenuamente e lasciati scorazzare sulle due ruote senza calcolarne le inquietanti conseguenze. quell’agonismo latente nascosto dentro ognuno di noi, a volte ti spinge ad accettare sfide, ed allora il massacro è garantito. Pochi uomini, qualche bicicletta, e tanta voglia di battere il proprio vicino di birra…et voilà il gioco è fatto!!

Correva l’anno…….

2000 ” Un giorno dal Leoni “

Inizia il secondo millennio, la fine del mondo non è arrivata, e allora l’umanità continuerà a fare gli stessi sbagli di sempre.  A Riva del Garda, una ridente cittadina sul grande lago, c’è sempre stata una lunga tradizione e predisposizione per la goliardia, tanto per citare qualche evento ricordiamo : il ” Golia “, o il ” Roland smarzon “, dove i gesti atletici spesso si confondevano con la comicità .  Fece capolino anche il Tour de pance, ma non ebbe mai la pretesa di diventare un evento  ” confezionato “, anzi, quasi quasi si è sempre cercato di tenerlo nascosto, quasi fosse un piccolo angolo di paradiso, tra il già esausto panorama ciclistico, tenendolo lontano anche da eventuali sponsor che magari avrebbero potuto manipolarne il divertimento.   L’anno zero del Tour de pance vide cominciare la lunga egemonia del re Cannibal, ma fu anche l’edizione dei duelli all’arma bianca, ovvero con mezzi non proprio all’avanguardia, a quel tempo non esisteva ancora il sito web, e i partecipanti si trovavano nella gelateria di jimmi, dove Enriquez l’aveva tappezzata di foto, articoli ed altre diavolerie..

La prima tappa, una crono-prologo di appena 2 km, fu caratterizzata da una pioggia inclemente, vinse Bicio el trattor, che calzò la prima maglia di leader del tour ( a quel tempo era rosa con un porcellino sulla schiena ). Fu anche la tappa dove Ciccio Ullrich scivolò nel fossato,  in preda ai crampi e ai conati di vomito, causati dal pranzo a base di polenta e goulash, fu soccorso da Enriquez, il quale però scivolò a sua volta nel fossato, alla fine i due erano irriconoscibili immersi nel fango, la prima fotografia emblematica degli anti eroi del TDP.

Mentre la seconda prova fu il giro delle sarche, una classica che ancor oggi spopola, ma a quel tempo, l’andata si correva sulla statale, poi rivista perchè si rivelò pericolosa, sopratutto perchè il numero dei partecipanti cresceva.  Se la aggiudicò in volata Cannibal su Giggino Farè, che poi indossò lui la maglia di leader( grazie alla classifica che allora si basava non solo sui risultati, ma anche con i coefficenti di peso ed età ). Si registrò un bellissimo duello, con una fuga che vide in prima linea il vecchio cuore del Leoni Livio, Cannibal, Farè, Jimmi e Pantuna, ma Cannibal era troppo svezzato per lasciarsi perdere questa occasione. Nelle retrovie regnava il caos, con rampichini o condizioni approssimative, gli altri concorrenti arrivarono staccati di molto, si videro i primi crampi epici ed arrivi a gambe larghe..

Ed ecco le prime asperità del tour, il lago di Tenno ( che poi diventò la classica delle classiche ), mise tutti in fila, Cannibal fece subito notare chi fosse il padrone del tour, arrivò primo ancora una volta davanti al Pantuna e calzò quella maglia rosa che, fino al 2005 nessuno gliela levò di dosso.  A dire il vero la tappa terminava a Ville del monte, cioè un kilometro circa in più di quella dei giorni nostri, anche se in leggera discesa.  Cannibal si sbarazzò presto di un Induron scattato nel primo km, ma il Pantuna cedette solo nell’ultima salita, dietro, da notare l’ennesimo duello tra jimmi e Bicio, con risatine e sfottò, un Lallo esuberante, che con la sua progressione infilò diversi scoppiati per aver osato troppo all’inizio.

Prima di allora il tour de pance non aveva ancora conosciuto la vera sofferenza, infatti la tappa di s.Giovanni a monte, la più temuta tutt’ora, fu corsa con una temperatura ragguardevole, circa 35 gradi, una follia per personaggi abituati al massimo a qualche gita senza fuori giri.  Ma la sfide lanciate in settimana nei vari bar non ammettevano dietro front, e fu così che apparvero i primi avvoltoi sopra il paese di Padaro, pronti a sferrare l’attacco a quei malaugurati che cedevano chini sulla strada.  Fu un vero strapotere per Cannibal, non ebbe rivali, il secondo arrivò solo 6 minuti dopo, ma tra gli ultimi arrivati ci passò quasi un ora.  Sulla micidiale rampa iniziale, lo Squalo Guerino scattò con violenza, ma i suoi chili in eccesso lo tradirono, da quella volta decise di far rimpiangere a tutti gli sberleffi subiti.  Duelli all’ultimo fuorisoglia ebbero il solo risultato di far scendere dalla bici alcuni, c’è chi come Chicco Bonora bucò addirittura due volte, senza parlare dello sprint finale tra Jimmi ed Enriquez, il primo dei due ondeggiò ed ebbe la peggio nella canaletta di fianco all’arrivo.

La tappa che mise fine al primo tour de pance fu quella del monte Brione, breve ma intensa, Cannibal forse avrebbe potuto fare di più viste le sue condizioni, ma nonostante Forrest Gump fece del suo meglio, non potè che arrivargli dietro con un distacco di un minuto.  Chiuse il gruppo lo Squalo, con la promessa di una vendetta per l’anno successivo, e tutti si misero a ridere…  Cannibal, sornione avrebbe fatto sogni tranquilli ancora per un bel po’.

2001  “Odissea nell’ospizio “

L’anno delle rivincite, ma anche dei veleni, il 2001 vide crescere piano piano anche il numero dei suoi partecipanti, e  anche l’età media. Per la prima volta contò tra le sue file anche qualche straniero, Farid dal marocco e Rob, fuori categoria, ex triatleta canadese.  Ma fu ancora il re Cannibal a vincere il titolo, e anzi la sua condizione crebbe a tal punto, che se si eccetua l’apparizione di Rob, il divario tra lui e gli altri era a dir poco imbarazzante. Ma come leggerete più avanti, ci avrebbero poi pensato altri personaggi a surriscaldare il clima, sino alle volte a comprometterne il divertimento.

La prima tappa fu una cronometro poi ripetuta nel 2008, andava dal ponte di Arco sino alla centrale di Fies. Per uno sbaglio poi individuato sulla raccolta dei tempi, la sorpresa Squalo ( ma non più di tanto visto il sistematico allenamento al quale si era sottoposto durante l’inverno, che l’aveva portato a dimagrire di ben 18 kg !! ) si piazzò al primo posto, poi scivolò al secondo perchè Cannibal in realtà aveva fatto registrare il miglior tempo . Altra sorpresa, terzi a pari tempo : Enriquez e il Condor Rebucci, un ex ciclo amatore datato e con una grinta forse eccessiva, qualcuno fose si illuse che Cannibal fosse battibile e già covava sogni di gloria.

La seconda prova, la classica delle Sarche uguale all’anno prima, prometteva spettacolo, e infatti ci fu, ma Cannibal ancora una volta fece la voce grossa, regolando un ottimo Giggino Farè in volata, ma dietro anche coi rampichini nessuno si tirò indietro.  Lo Squalo, nonostante la sua invidiabile condizione non riuscì a tenere il passo dei primi, mentre il Condor coi suoi sessant’anni suonati cominciava a far paura.

La settimana dopo si ripetè la classica ma al contrario, e portò le prime nubi sul tour de pance , da allora qualcosa cambiò.  Subito dopo la partenza, sullo stradone in prossimità di Dro ci fu la prima collisione , Jimmi si arrotò con Induron e rovinò al suolo, la fortuna volle che nessun automezzo sopraggiungesse in quel momento, riportò diverse abrasioni e una seria distorsione, fu per fortuna l’ultimo incidente al tour, ma fece riflettere tutti.  Si ripartì non senza qualche preoccupazione, ci furono allunghi e scatti e come sempre l’ora che soffiava forte lasciava indietro altri, ci fu un altra caduta con protagonista il bravo Damiano Cacaito senza per fortuna gravi conseguenze.  La fuga decisiva fu quella del solito Cannibal con il Condor Rebucci, neanche a dirlo, Cannibal non se lo fece dire due volte e lo regolò in volata, consolidando il primato di leader. Se ci avessero creduto i nove inseguitori dietro li avrebbero presi, ma ci furono scatti e controscatti che videro protagonisti lo Squalo ed Enriquez, ormai decisi a darsi battaglia dovunque, lo Squalo precedette tutti in volata lanciando un urlo bestiale che fece rabbrividire i frati cappuccini nelle vicinanze.

Ecco di nuovo la classica di Tenno per misurare le condizioni dei pretendenti, anche se gli sfottò  e lo spirito da bar erano gli stessi di sempre, si denotava una certa crescita di agonismo.  Per la prima volta non fu il solito Cannibal ad arrivare per primo, ma Rob il canadese era fuori categoria per tutti noi, ed allora Cannibal poteva stare tranquillo, tra il resto fece registrare un tempo record. Alle sue spalle come sempre il massacro, ma forse l’essenza del tour si sarebbe consumata proprio lì dietro, tra i dannati, e di dannati ce n’erano davvero tanti, ci furono duelli abbastanza velenosi tra il Condor e lo Squalo, con a volte aggettivi sopra le righe. Lo squalo, fu il personaggio del’anno, nel bene e nel male, non era mai passato inosservato,con il suo fare a volte strafottente, ma comunque verace,ne faceva di lui il catalizzatore del tour, ma a molti dava troppo sui nervi. E se lui ed Enriquez furono i primi fautori del TDP, al termine di questa edizione, il secondo dei due non si sentì di continuare in un clima che non gli apparteva, chiese quindi se qualcuno avesse voglia di continuare, purtroppo però la situazione divenne insostenibile, nessuno intervenne e così ci fu lo stop al termine del tour.

Ancora s.Giovanni, ma questa volta invece dei 35 gradi dell’anno precedente, ecco una bella tempesta con grandine ad accogliere i malcapitati, fu pazzesco, alla base della salita di Padaro, si doveva zizzagare, pedalando tra i canali di grandine e pioggia !  Molti avrebbero rinunciato, forse la maggioranza, ma tanto per cambiare lo Squalo con voce di sfida apostrofò tutti, minacciando di correre da solo e aggiudicarsi la tappa.  Povero illuso, nessuno tornò a casa, sembrava quasi che l’uomo da battere fosse lui e non Cannibal, che se la rideva sornione, pregustando già la vittoria.  La sorte decise di non far soffrire più del previsto quei pazzi in bicicletta, il diluvio cessò a metà salita, e il sole fece capolino, facendo fumare i corpi inzuppati e infreddoliti.  Cannibal arrivò secondo, ma al fuoriclasse Rob non interessava la classifica per fortuna, altrimenti lo avremmo invitato a correre su una bici da città, un Cannibal bastava e avanzava.  Come ancora adesso accade, per gli ultimi arrivati, c’erano incoraggiamenti, e Farid il marocchino, provatissimo, ricevette i giusti applausi per essere arrivato lassù con quel gruppo di stralunati ciclisti locali.

Quasi quasi Induron ce la stava facendo, dopo tante promesse di vittoria,questa volta alla sesta tappa del Brione c’era andato vicinissimo, ma il solito Cannibal…  Mai come adesso quel nome gli calzava a pennello, lui si prendeva tutto, o quasi, il primato era ormai in cassaforte, l’unico che gli stava alle spalle in classifica era lo Squalo, ma il distacco gli avrebbe permesso anche di arrivare ultimo, solo che lui non conosceva questa parola. Il gruppo però si assottigliava lentamente, e difficilmente si arrivava alle 15 unità.

L’ultima prova del 2001, fu quella molto bella e combattuta con arrivo al paese di Campi.  Cannibal legittimò lo strapotere anche in questa edizione vincendo anche questa frazione, mentre al secondo posto Cacaito, con fare da scalatore, le provò tutte per raggiungerlo, ma non ci fu niente da fare.  Enriquez, molto dietro, cercava di tenere a distanza lo Squalo,   che gli urlava di tutto, e fu un duello davvero da tour de pance, chi li ha visti arrivare in paese in quelle condizioni non capiva cosa diavolo stavano facendo.  Dopo quest’ultima tappa ci fu un silenzio durato tre anni prima che il tour de pance rifece la sua apparizione.

2005 ” Lo strazio continua “

La scintilla che alimentò una brace mai spenta partì da fanciulla, quando in una delle nostre gite in bicicletta primaverili, la nostra amica Lady in speck ( così denominata scherzosamente perchè veniva dalla val gardena ) fece un allungo in salita e ci lasciò senza fiato.  Quando guardai Pawel ( il ciclone ), affranto per esser stato lasciato sul posto da quella donzella, capì subito che stava per cominciare una nuova stagione di sfide sui pedali.  Decidemmo di rimettere in piedi il Tour de pance, ma questa volta, per evitare quell’ eccessivo agonismo, mettemmo dei paletti, e qualcuno finì tra i fuori categoria, fu così che quell’anno la spuntò proprio Il ciclone Pawel, che contro ogni previsione riuscì a calare di peso come non gli riuscì mai più, e si aggiudicò il TDP della rinascita.  Inizialmente formammo due squadre, la prima capitanata dal patron Jimmi ( Barracuda bar ), e la seconda da Enriquez ( La montanara ), con ognuna la sua divisa, fu interessante ma difficile da gestire in quanto a volte v’erano più personaggi di una squadra, e poi comunque a prevalere erano sempre i gesti singoli.  Assumemmo in cambio di poche birre anche uno psicologo perchè ci seguisse in corsa e magari ci potesse spronare di più, ma i suoi metodi si rivelarono poco ortodossi, anche se a volte i suoi insulti ebbero gli effetti sperati su qualche personaggio. Avevamo anche un amico cameraman, ma già alla seconda tappa, ci accorgemmo che sulla sua camera c’erano solo i fondoschiena delle signorine che incontrava per la strada.  I giornali locali cominciarono a dedicare ampio spazio all’evento,  poi nacque il sito web del TDP,  e da quel momento le nostre malefatte erano sotto gli occhi di tutti.

La prima tappa e relativa maglia gialla furono ad appannaggio di Bicio el trattor, l’uomo che sfidò la legge di gravità, con i suoi teneri 100 kg tagliò il traguardo per primo al lago di Tenno, che da quell’anno era posto al bivio, proprio dove si trova ad oggi.  Si notò subito che il divertimento era assicurato, le sfide erano le stesse, ma lo spirito era notevolmente migliorato, quella prova terminò con le due squadre che finirono a pari punti, molti erano i personaggi nuovi, si contarono per la prima volta in gruppo le venti unità, ma sopratutto l’avvento delle prime presenze femminili.  Così il carrozzone del tour ripartì in una meravigliosa giornata estiva del giugno 2005.

E venne la prima volta della Ponale, non di notte come adesso, ma in pieno sole, e decisi a far mangiare la polvere a chi stava dietro.  Fu anche la prima apparizione dell’astro nascente El verdurer che vinse la sua prima tappa del tour, ma viste le sue mire fu messo subito tra i fuori categoria in compagnia di Cannibal e il redivivo Squalo.  La tappa fu subito un successo e  apprezzata da tutti.  Bicio el trattor controllò i suoi avversari e conservò la maglia gialla senza problemi.

La classica delle Sarche o marocche, fu cambiata con andata e ritorno sulla strada del lago di Cavedine, molto più sicura e avvincente con le due salite da affrontare, e visto lo scenario e la calura di quel giorno fu anche soprannominata : ” Mezzogiorno di fuoco “.  In quella tappa successero molte cose, come la tradizione voleva, ma per fortuna nessuna caduta. Tanto per citare qualche episodio ricordiamo l’arrivo di Gin Lemmon completamente disidratato al passo delle marocche con le labbra viola, o l’arrivo a piedi scalzi di Ciccio Ullrich con le scarpe disintegrate dopo avere frenato coi piedi in discesa ( freni spaccati dopo il via ).   El verdurer siglò la sua seconda vittoria, ma subito dietro quatto quatto Il ciclone Pawel soffiò il secondo posto a Cannibal, perchè forò prima della salita finale.  Ancora una volta El trattor conservò la maglia gialla, ma le montagne lo aspettavano…

Il 2005 fu anche la prima volta di malga grassi, una tappa davvero avvincente che registrò il crollo della maglia gialla, El trattor infatti partì con la stessa velocità della tappa del lago di tenno, ma poi dovette chinare la testa sul muro di s.Martino. Tenete presente che allora le prove si disputavano solo di giorno, in pieno sole se c’era, quindi il caldo mieteva molte vittime anche illustri, fu così che Cannibal dall’alto della sua esperienza non ebbe difficoltà a tagliare il traguardo per primo.  Dietro però ancora una volta secondo, Il ciclone grazie alla sua potenza muscolare, indossò per la prima volta la maglia gialla, subito dietro a lui Induron, che sperava in cuor suo di portare via la tappa. Chiuse il gruppo acora una volta lo stoico Ciccio Ullrich con la faccia di un rosso fuoco, ricevette una marea di applausi e gli infilarono subito una sigaretta in bocca, rischiò di far la fine del rospo…

La cronometro di quella edizione fu disputata nei quattro chilometri che vanno dal lago di Cavedine sino all’arrivo al passo delle marocche.  Pioveva e tirava vento, ma niente impedì al Verdurer di siglare la sua terza vittoria di tappa, poi lo Squalo si prese la rivincita su Cannibal per il secondo posto.  Il ciclone restava in maglia gialla, ma dietro, la sua rivale Lady in speck e il Lallo lo insediavano da vicino grazie ai loro piazzamenti regolari.

Un altra inedita fu la prima notturna sul Brione, ma troppo breve ed intensa per competere con l’odierna splendida notturna della ponale. Fattostà che tra le tenebre di una notte senza luna, Cannibal si prese la rivincita sul nuovo amico nemico Verdurer, poi come sempre un deluso Induron che aveva già proclamato vittoria la settimana prima al bar.  Il ciclone Pawel era ancora in maglia gialla.

Quattro anni prima sotto la stessa pioggia, ma questa volta a spronare tutti alla partenza della terribile ascesa a s. Giovanni non fu un uomo, ma una gentil donzella, Lady in speck, l’unica donna tra dieci pazzi scatenati, esclamò : – ma allora cosa facciamo qui sotto sta pioggia…partiamo !!  Storia già vista, ma quando ci sei dentro ti chiedi ancora perchè sei così stupido a ricaderci dentro…  Per la cronaca, Cannibal fece di nuovo il vuoto, i minuti e l’acqua scorrevano impietosi prima che l’ultimo : Ciccio Ullrich arrivò tremante come una foglia.  Fu immediatamente coperto e sistemato vicino all’inginocchiatoio, era lui la vera essenza del TDP, il delirio sui pedali, se guardate sulle foto di quell’anno vedrete come lui sia salito sul muro di Padaro, ad occhi chiusi zizzagando per chilometri in totale incoscienza.  Il ciclone Pawel si aggiudicò il tour senza vincere una tappa, però quel giorno fece una piccola crisi col freddo ela sua rivale Lady in speck lo infilò subito, lei fu anche l’unica donna che finì sul podio, alle spalle d Induron e il Lallo. ( infatti sia Cannibal che il Verdurer si accontentarono di un pari merito per la vittoria dei fuori categoria ) Ne seguirono cene e feste, valeva la pena di continuare…

2006  ” Si salvi chi può.. “

Anno importante il 2006, moltissime le novità inserite in programma e notevole crescita di partecipanti e sopratutto perchè il Tour de pance acquisterà un identità sempre più gloliardica.  Comparvero subito le maglie da carcerato, una divisa particolarissima con quel 6969 che farà scalpore e successo, tant’è vero che anche i mass media si interessarono sempre di più a questa singolare corsa a tappe. Comparve la prima tappa notturna sulla Ponale e la tappa all’alba per accrescere sempre di più lo spirito di avventura.  Ma fu anche il primo tour deciso dalla fortuna con la nuova formula del rischiatutto, infatti proprio in quella tappa, tenuta per ultima, Giampa fece saltare il banco del tour proprio alle spese di Cannibal, che aveva comandato la classifica dall’inizio alla fine ( Ci mise molto Cannibal a digerire quello smacco, dopo esser stato messo fuori categoria nel 2005, avrebbe infilato il quarto TDP consegutivo, ma.. ).  Inoltre, tutto il TDP fu scosso dal terribile incidente  ( non in corsa ) del Malox,  rimase a lungo giù dalla sella della sua bici, ma a grande richiesta fu ripetuta la prova del lago di Tenno per il suo ritorno in autunno, questo ed altri particolari fecero sempre di più consolidare un gruppo davvero straordinario.

In uno scenario davvero bello, quale la pista nella pineta di Oltra, si corse la cronoprologo del 2006, e le maglie mitiche del TDP scintillarono per la prima volta sulle strade del basso sarca. Fu proprio El verdurer a prevalere sul suo rivale Cannibal, e il più agguerrito che mai Squalo ( il quale si presentò con un casco aereodinamico che lo rendeva più grottesco che mai ).  La prova fu preceduta da una breve crono anche per i figli del TDP, un iniziativa che fu poi ripetuta con successo l’anno dopo, il posto infatti si prestava perfettamente per la cagnara tipica dei picchiatelli del tour, campanacci, tamburi e quant’altro assordavano i poveri concorrenti che passavano sulla linea del traguardo.  La prima maglia gialla la indossò proprio El verdurer, che sognava già di succedere al re Cannibal..

Il numero dei partecipanti cresceva sempre più, ed era un po’ difficile passare inosservati con quelle divise.  La seconda tappa , l’immancabile classica del lago di Tenno, registrò  un numero alto di picchiatelli.  Cannibal trionfò davanti ad un Ciclone Pawel che faceva ben sperare, subito dietro si piazzò un personaggio che faceva già paura per la sua potenza, un certo Mago G.  I tempi si abbassarono molto, segno che c’era gente che durante l’inverno si era preparata, ciò nonostante si contarono anche diversi pancioni appesantiti dal lungo inverno, inoltre anche le femminucce crescevano di numero,e  questa era la cosa più bella.  Cannibal strappò di dosso la maglia gialla al Verdurer e l’avrebbe poi difesa coi denti fno a …..

Riecco la classica delle marocche  con il solito solleone, fu una frazione avvincente con fughe e contro fughe, ma il vento rabbioso che soffiava contro lasciavo allo scoperto più di un malcapitato. Fu la tappa di Ricky, una sorpresa ma non più di tanto per chi lo conosceva, dietro di lui si piazzò un personaggio che avrebbe movimentato in tutti i sensi gli anni a venire : il Ciucciarode,il simpatico rompicatole diventò in seguito un autentica colonna del TDP.  Il gruppo fu immancabilmente chiuso dallo stoico Ciccio Ullrich tra uno croscio di applausi e gavettoni.  La maglia di leader era ancora sulle spalle di Cannibal.

Fu la prima volta delle lucciole della Ponale, ma a dire il vero, non si videro ancora i costumi sgargianti di adesso, e poi si faceva ancora sul serio pedalando a tutta.  Fu però un successone sia di partecipazione che di pubblico, da quel momento gli amici del paese di Pregasina ci aspettano tutti gli anni, in un clima di festa degno del passaggio del giro d’Italia.  La festa che ne seguì al parco giochi fu strepitosa, tutti avevano preparato qualcosa, era un peccato non esser stati lì.  Cannibal fece il vuoto, ma il Mago G e il Ciclone ci credevano ancora.

La tappa più incandescente di sempre, 41 gradi misurati al via della frazione di malga Grassi !!  Tutti si ricordano ancora i miraggi sprigionati dall’asfalto bollente sulla strada, fu davvero dura arrivare, ci furono dei crolli micidiali, per fortuna qualche angelo a bordo strada ci lanciò acqua fresca, ma qualcuno scese dalla sella.  Arrivò per primo Sautè, un nuovo personaggio dotato di potenza e anche di chili, ma Cannibal arrivando secondo conservò il primato.  All’arrivo uno scenario di crampi e bocche spalancate faceva capire di come si fosse corso , e da quel momento si valutò l’idea di correre certe tappe la sera….

Quando decidemmo di far alzare la gente a quell’ora della notte, non avremmo mai immaginato che si presentassero così in tanti.  C’è sempre una prima volta, e la tappa dell’alba ebbe un seguito, si partì dal Varone alle 6 del mattino, comparvero per la prima volta i primi travestimenti a tema, 30 individui in pigiama, baby doll per le signorine ecc.., così agli occhi stralunati della gente che si recava al lavoro si presentarono quelli del TDP quella mattina.  L’arrivo era posto al passo Ballino, bellissimo lo scenario col primo raggio di sole, ma quanto freddo !  Qualcuno pensò che il patròn del tour stesse uscendo di senno, ma il buffo era che il patròn pensava lo stesso di loro, quando si presentavano regolarmente al via..mah..  Ricky vinse la sua seconda tappa davanti a Mago G e poi Cannibal, ma la storia che tutti ricordano fu quella di Claudio Enel, che ancora in pigiama, soccorse una coppia di anziani turisti in panne con la loro macchina sulla strada, un immagine che finì sui giornali, forse anche quelli tedeschi…

Prima volta del monte Velo, la cima Coppi di quella edizione si spostò sulle pemdici dell’Altissimo, una frazione dura e lunga, ma non raggiungeva comunque la cattiveria di s.Giovanni.  Questa volta Cannibal fece un po’ più fatica del solito a scrollarsi di dosso la compagnia di Mago G e del nuovo personaggio dal naso come una salita : Ciccio Graziani, un altra futura icona del TDP.  Anche in questo caso si registrarono crisi, c’era gente che partendo a tutta, alla fine ha pagato dazio, un esempio su tutti : Attila, che stoicamente arrivò in cima ondeggiando paurosamente, gli ricordammo come si chiamava più tardi.  Ormai per il re Cannibal sembrava cosa fatta, ma nessuno avrebbe mai immaginato che all’ultima tappa…

Fu inserita proprio per lui, Malox, che rimessosi dal brutto incidente si presentò al via della tappa alla quale teneva di più, il lago di Tenno, la bis.  Ma aimè la condizione non era di quella prima dell’incidente, dove avrebbe anche potuto vincere, si accontentò di esserci, in mezzo a quel gruppo che lo aveva confortato nei momenti più bui, tra un brodino e l’altro.  Fu la prima volta del Mago G, che si prese il lusso di scendere sotto i 30 minuti e di battere nello sprint finale uno straordinario Cannibal e Sautè.  La tappa di Tenno grazie a quell’anno fu la prova più percorsa del TDP e ormai tanti la conoscevano a memoria.

Il patròn del TDP quando stilò il programma dell’anno, sperava che l’ultima invenzione per la tappa finale fosse rilevante, ovvero che la fortuna potesse entrare in gioco per definire chi fosse il vincitore finale.  Quella volta funzionò alla perfezione, indovinare il tempo di percorrenza per pedalare sino al lago di Tenno senza l’ausilio dell’orologio non era impresa facile, chi ci andò più vicino fu Giampa che oltre alla vittoria di tappa si prese anche il Tour del 2006.  La cosa più folle, fu quella di vedere tutti i personaggi del Tour travestiti a tema per il proprio personaggio, se guardate le foto di allora capirete perchè da lì in poi la scenografia rimase un ingrediente fondamentale per la teatralità di una fiction sulle corse a tappe.  Cannibal, più radioso che mai si presentò con un enorme osso di bue, un vero cannibale, purtroppo per lui però fu mangiato dalla dea sfiga, e perse per soli quattro punti un tour che aveva dominato dall’inizio alla fine.  Nonostante i vari sforzi negli anni a venire, nessun’altra formula riuscì a far vincere il TDP un altro dannato delle retrovie, la fortuna aiutò quasi sempre i più bravi.  La cena finale che ne seguì fu bellissima, in montagna, con musica dal vivo dove Ciccio Ullrich, bluesman infaticabile, ricevette il premio per il personaggio dell’anno, e Cannibal deglutì a fatica la polenta…

2007  ” Perdona loro..”

Dopo l’enorme seguito avuto nell’edizione precedente non poteva essere che così, un inizio col ” rischiatutto “, proprio come era finito il Tour dell’anno prima, un sacco di gente al via, quasi sessanta picchiatelli travestiti nei modi più folli, pedalando con allegria.  E per tutto il proseguo della manifestazione, l’entusiasmo, la goliardia regnarono sovrani, in più ci fu spazio per una piccola rappresentazione teatrale in piazza contro il fenomeno del doping,il problema fu trattato naturalmente con la satira che contraddistingue il gruppo.  Poi fu inserita una nuova versione della cronometro ad Oltra, al termine della prova si abbinarono i tempi del primo classificato con l’ultimo, il secondo col penultimo e così via.., fu lì che si conobbe il vincitore del 2007, che fu Ciaramdanak, molto bravo a controllare i suoi avversari, ma Mago G stava facendo solo le prove per l’anno dopo..  Nel corso dell’estate, il Tour de pance suscitò l’interesse anche di qualche televisione, ci furono interviste anche sulle radio nazionali, ciònonostante si è sempre cercato di non farsi influenzare da sponsor o altre idee che avrebbero potuto far perdere l’identità al nostro giocattolino.

La dea bendata questa volta tirò un brutto scherzo a Giampa,e  proprio il ” rischiatutto ” che l’aveva visto trionfare l’anno prima, questa volta lo tradì e arrivò ultimo.  Finalmente una donna vinse la prima tappa del TDP, Annaslisa, indovinò il tempo, pensate che sui 72 minuti impiegati da lei per arrivare al traguardo del lago di Tenno, sbagliò di solo un secondo !! ( meglio di lei fece solo Ciccio Graziani spaccando il secondo l’anno dopo, ma furono sollevati molti dubbi sulla rilevazione dei tempi ). La maglia gialla finalmente andò sulle spalle di una donzella e tutto il gruppo ne fu contento.  Ma a parte questo, la tappa fu semplicemente fantastica, un carnevale viaggiante sui tornanti che andavano al laghetto, la demenza senile aveva toccato forse i massimi livelli.

In pigiama questa volta per la tappa all’alba si trovarono al porto, per dirigersi a Malcesine dove era posta la partenza, 15 chilometri di pura follia.  Fu infatti la prima e ultima volta che si corse quella prova, per un miracolo non ci furono incidenti, era impensabile infatti che in così pochi chilometri pianeggianti si potesse arrivare sgranati, ci furono sì dei tentativi di allunghi, ma quasi sempre finivano nel giro di poche decine di metri.  Solo un ristretto gruppetto rimase attardato, il plotone arrivò compatto a giocarsi la folle volata regolata da quel furbacchione del Ciucciarode, ma quanta paura nell’ultima galleria prima di Torbole.  Un alba da cardiopalma, seguita da una colazione in compagnia delle forze dell’ordine..  Annaslisa conservò il primato ma in conproprietà di Ciaramdanak.

L’immancabile classica di tenno questa volta fece registrare tempi ragguardevoli, sempre più pancioni si erano tenuti durante l’inverno e Mago G fece anche il record con 28 minuti e qualche secondo, ma in generale il livello si era alzato, e quindi la favoletta di Annaslisa finì, la maglia gialla restò sulle spalle solo di Ciaramdanak, la chance del rischiatutto per i dannati era già bruciata.

Ecco che allora si pensò di rimediare, al termine della tappa classica delle marocche ci sarebbe stata un oppurtunità per i meno dotati sui pedali, si poteva pescare una pallina nella lotteria finale, v’erano palline con più 50 punti e altre con meno 50, fu un disastro.  Il paradosso fu che i migliori in classifica generale, quasi tutti pescarono la pallina buona, incrementando ancor di più il bottino, invece chi ne avrebbe avuto più bisogno per tamponare il divario si ritrovò con meno 50 punti in classifica, pioveva sul bagnato.  La tappa fu come sempre combattutissima, scatti, allunghi e fuorisoglia imbarazzanti per tenere o raggiungere un gruppetto o l’altro, ma non c’era storia tra i più veloci e quelli che arrancavano dietro.  Mago G concedette il bis arrivando primo a braccetto con Sautè, poi tra le pietre e i massi infuocati nel far west delle marocche arrivarono gli altri, tra di loro anche il primo concorrente indiano, alla fine rivelò di non essersi mai divertito tanto, gli crediamo.  Ciaramdanak era ancora in maglia gialla, ma Mago G ora faceva davvero paura.

Per non finire arrosto come l’anno passato, malga Grassi si affrontò la sera, ottima scelta, sopratutto per la splendida festa che ne seguì al campo sportivo di Campi con lo spiedo bresciano !  E fu la tappa con la quale Ciaramdanak, il vincitore ,legittimò poi il titolo finale.  Risultò decisamente più abbordabile l’ascesa, la temperatura permetteva anche qualche sforzo in più confronto ai 41 gradi dell’anno scorso, ma ad ogni modo si videro crampi da urlo sul prato poco dopo il traguardo,e anche le mucche al pascolo si spaventarono.  Come detto la cena e festa al campo fu memorabile, ottimo cibo, musica e sfottò fino a notte inoltrata, il TDP entusiasmava.

Ma le ” Lucciole della Ponale ” si consacrò definitivamente come tappa regina del TDP , si contarono al via nella prima galleria quasi settanta personaggi, scalpitanti e illumimati nei modi più sfarzosi ( nulla però ancora al confronto delle edizioni che ne seguirono ).  La piazza Catena a Riva era gremita tra turisti e locali, e vedere quei personaggi così conciati in bicicletta non era cosa usuale, ci fu un breve sketch satirico contro il fenomeno doping, sacche finte di sangue, siringoni ed altro.   Grottescamente ma allo stesso tempo incisivamente, colpimmo l’attenzione della gente, fu il nostro modo di tener viva l’attenzione sul problema e sulla ipocrisia.  Si unirono all’allegra carovana anche dei turisti, allo sparo per il via si alzò un polverone in galleria, la festa della Ponale impazzò !  Torce nelle gallerie, luna piena, ed addirittura il juke box umano di un Ciccio Ullrich sempre più pigro sui pedali, ma esplosivo con la sua chitarra elettrica.  Il comitato con la straordinaria gente del paese di Pregasina ci regalò un accoglienza commovente ( tenete presente che si arrivava quasi a mezzanotte ), e quindi la pastasciutta e il beveraggio che ci venne offerto furono apprezzati da tutti.  In più il comitato premiò  la miglior scenografia luminosa tra gli applausi e le risate.  Ma quasi ci dimenticavamo della cronaca sportiva, ebbene fu la prima volta di Papillon, vinse davanti al solito Mago G, e la maglia gialla Ciaramdanak sentiva il fiato sul collo.

Tornava l’incubo : ” Gli avvoltoi sopra Padaro ” !  Non si poteva stare tanto senza ignorare il calvario del Tour de pance, e visto che quello era l’anno dello scalatore, ecco finalmente la vittoria dell’avvoltoio Pantuna, dopo innumerevoli piazzamenti, il meritato successo.  Va detto però che fu molto apprezzato da tutto il gruppo, l’idea di correre in tandem da parte del Mago G e Ciaramdanak, firmando così un armistizio onorevole in termini di agonismo, e rimandando così all’ultima prova l’ardua sentenza per il verdetto finale.  Si corse a pomeriggio inoltrato, e quando l’ultimo, Ciccio Ullrich arrivò tra le tenebre, qualcuno era già a valle, Ciccio fu rianimato come il solito, ma crediamo che dentro di lui qualcosa sia cambiato, in futuro l’avremmo forse visto a bordo di un ammiraglia, o al massimo ad accoglierci con Jimmi Hendrix a tutto volume all’arrivo.  Dopo una lunga assenza in Indonesia, ritornò anche lo Squalo, visibilmente appesantito, ritornò nelle spoglie di quello dell’ anno 2000,  era più umano, non si incazzava più.

Era arrivato il momento della verità, la cronometro a coppie di Oltra avrebbe sancito il vincitore del Tour de pance 2007.  Fu preceduta però con successo da una breve prova dedicata ai bambini, era così buffo vedere quei marmocchi con la maglia da carcerati, avevano una gran voglia di emularci, poverini…  Naturalmente facemmo loro un tifo infernale, poi ricevettero più coppe e medaglie loro che noi in tutta la storia del Tour, era giusto così.  Quando i big partirono, qualcuno faceva già i conti, non si capiva bene cosa si sarebbe dovuto fare per vincere, nel senso che i medi e i meno veloci sarebbero dovuti andare comunque a tutta per avere un risultato, ma quelli bravi a seconda del tempo che avrebbero fatto, si sarebbero poi visti abbinati ai peggiori tempi rilevati, insomma un rebus.  E forse il segreto stava nel vedere i tempi migliori di quelli che precedevano per poi regolarsi come arrivare, ma non era così semplice, si poteva rischiare la debacle, quindi si corse al massacro.  Mago G non guardò in faccia nessuno e fece davvero un numero, diede distacchi notevoli a tutti, il più forte senza dubbio ( fu riconosciuto sportivamente anche da Ciaramdanak ), ma perse il tour perchè si vide abinato all’ultimo tempo, quello del mitico Ciccio Ullrich, testa coda…  Per la cronaca la tappa fu vinta dall’accoppiamento : Bedu-Diesel, due dignitosi tempi di metà classifica.  E così nella simpatica cornice di Oltra si chiuse il sipario sul Tour de pance 2007,  ne seguì una cena finale col botto, e il primo film.

2008  ” L’ultima spiaggia “

Altra grande rivoluzione al Tour de pance, questa edizione metterà in tavola tutta la goliardia possibile per contrastare un pochettino lo strapotere dei duri del pedale, sarà un divertimento che farà tornare bambini tutti i picchiatelli della carovana, ma alla fine nessuno riuscì a fermare la potenza di Mago G.  Sarà la prima volta della ” caccia al tesoro “, una prova esilarante,  però allo stesso tempo anche dura, un gioco di squadra che ha incantato il TDP.  Poi un altra diavoleria escogitata dal patròn per rendere ancora più incerta la competizione fu l’avvento della lotteria a fine gara, ovvero tramite pesca delle palline, una sola colorita di nero avrebbe regalato in più 50 punti in classifica senza sudare.  Inoltre la formula ” rischiatutto ” fu applicata alla già splendida tappa della notturna sulla Ponale, con l’intento di goderne più a lungo dell’ascesa in compagnia, idea azzeccata, ma poi rivista nell’anno successivo. Ma la vera novità fu la tappa virtuale, ovvero un enorme gioco dell’oca umano, senza bicilette e pochi vestiti, una festa in piena regola innaffiata da ettolitri di birra e gavettoni. Ci fu anche una sfilata decisamente più incisiva e corposa per rendere omaggio alla lotta contro il fenomeno del doping, e qui la satira del Tour de pance ha reso davvero l’idea di come l’ironia possa colpire di più delle false promessedi quelli che dovrebbero tutelare lo sport.  Ciliegina sulla torta, la componente avventura entrò in gioco per il gran finale: ” Quella sporca ultima corsa ” ( titolo anche del libro sul TDP, finito di scrivere nel 2007 ), una prova non di forza ma di resistenza, ha regalato altri momenti di sana follia alla manifestazione, e nell’anno dopo esplose definitivamente.  Tanti, sempre di più i partecipanti, e sopratutto i nuovi arrivi sono diventati subito colonne del tour, e la continuavano a chiamare terapia .

Tutti in fila come i bambini per formare le squadre, l’aria era elettrica, l’inedita prova della caccia al tesoro radunò di nuovo i pancioni del tour de pance in piazza Cavour a Riva, e i passanti di nuovo cercavano di capire cosa diavolo stessero facendo quei fanfaroni in bicicletta.  Pochi minuti per formare le squadre, assegnare il primo dei cinque indizi da risolvere e partire per…chissà dove.  Bisogna dire che fu davvero una bella ventata d’aria fresca per il TDP, sì , era bello vedere scorazzare di quà e di là per la busa i vari gruppetti di carcerati in sella alle loro bici, a volte s’incrociavano, chi saliva sul bastione, chi andava alle busatte.  C’erano anche dei veri cruciverba da risolvere, e spesso chi non era dotato sui pedali, tornava utilissimo col cervelletto fine , quindi tutti erano potenzialmente in gioco fino alla fine senza sapere in che posizione fossero gli altri pretendenti.  L’ultimo indizio voleva che tutti i componenti delle squadre arrivassero vestiti da sci o da spiaggia all’arrivo, e la piazza si colorò di nuovo.  La prima squadra ad arrivare, e a vincere la tappa, nonchè a calzare la maglia gialla, fu  quella composta da : Tarci, Ruvido, Jò Tavernini e il sornione Mago G.   Purtroppo invece, Ciaramdanak, il detentore dell’ultimo TDP insieme alla sua squadra si perse in un centro commerciale cercando invano un indizio, arrivarono a fine festa.

La cronometro di Fies, già corsa nel 2001, era abbastanza impegnativa anche perchè la pioggia non diede tregua.  Fu caratterizzata principalmente dal duello Mago G e Verdurer, quest’ultimo deciso a riprendersi lo scettro sulla specialità della cronometro.  Eloquente fu la foto di gruppo prima del via, 30 pazzi sotto il macchinario dell’autolavaggio e una pioggia battente. Thelma e Luise, le mine vaganti del 2008, colorarono anche quella tappa grigia, correndo con mute da 5 mm.  La tappa vide tra le fila della carovana anche il primo concorrente cinese, il quale, un po’ maldestro, al momento del suo doppiaggio, quasi non fece ruzzolare un Verdurer concentratissimo, lui probabilmente voleva salutarlo e non si rese conto della bagarre…  Morale : Mago G vinse di potenza e si prese la maglia gialla, il povero Verdurer pur piazzandosi onorevolmente alle sue spalle, subì  per settimane il cosidetto ” periodo cinese “.  A fine tappa la prima pallina fortunata del tour la pescò un certo Tiziano ( poi soprannominato Taeng mo ), un segno premunitore..

L’alba dei pancioni si spostò alla classica delle marocche, pigiami e vestalie invasero il centro di Arco prima di immolarsi nel far west al primo mattino.  Altra pensata per mettere i bastoni nelle ruote dei big fu quella di far partire la carovana in tre fasce, la prima a partire fu quella dei meno veloci, dopo alcuni minuti fu la volta della fascia media, la più numerosa, ed infine i big.  Funzionò perchè tra i migliori non ci fu un accordo, e l’inseguimento non portò i suoi frutti, infatti Jò Tavernini vinse regolando sulla salita finale gli arcigni fratelli Galas, Panzstrong e Tribula.  Jò Tavernini strappò di dosso la maglia di leader proprio a Mago G, poi El verdurer pescò la pallina dei cinquanta punti e i suoi occhi ritornarono  ” rotondi “.   La classifica generale si fece interessante, e come al solito, zitto zitto Cannibal risaliva posizioni, ma c’erano anche personaggi insospettabili pronti a scalare posizioni se la dea bendata li avesse aiutati.  Al termine della frazione, una pantagruelica colazione degna del TDP in piazza ad Arco, poi a lavorare…

Cornice perfetta, clima estivo, e organizzazione degna di una festa paesana, ecco come si presentò la novità del 2008, consacrò definitivamente il Tour de pance come la corsa a tappe più pazza del panorama ciclistico, e non…  Non sappiamo qunti altri ciclo amatori, atleti o non, sìano disposti a giocarsi la competizione di una corsa ciclistica giù dalla sella della loro bicicletta, qui il carattere salta fuori, infatti la condizione principale per affrontare questo tipo di ” gara ” è: stare al gioco !  Ora immaginate un gruppo eteregeneo di persone più o meno mature, con incarichi magari seriosi, insospettabili ingenieri o dottori, che tirano enormi dadi e si siedono su caselle giganti con i loro calzoncini ascellari, uno spasso !  L’unica pecca di questa esilarante prova fu la durata, sapete tutti com’è il gioco dell’oca, se poi ci mettete le penalità inferte dagli organizzatori, beh..   In ogni caso dopo pochi attimi di tensione, verso la mezzanotte, quando alcuni dei personaggi insorsero, prigionieri dentro le loro caselle, si arrivò ad un accordo, non si poteva arrivare all’alba.   La tappa la vinse una donna : Moserotta, ricevette tanti gavettoni di acqua però alla fine ne valse la pena.  Ma furono le varie somme dei punti di penalità raccolte dai personaggi sul percorso a sconvolgere la classifica, ed allora spuntò un nuovo leader, un certo Tarci, che in brevissimo tempo fece letteralmente impazzire il sito del TDP, le sue fans resero di lui l’immagine sexy del Tour, un delirio.  Dopo qualche anno di assenza fece anche la sua apparizione Lady in speck, diventata mamma, mentre Ciccio Graziani diventò nonno.

Curva di partenza per la tappa di malga grassi, la prima scritta : ” Tarci je t’aime ! “, non era che l’antipasto, mai al tour si contarono così tanti incitamenti sull’asfalto, potenza del Tarci.  La maglia gialla sulle spalle del Tarci andava bene a tutto il gruppo, e forse molti di loro avrebbro anche condiviso alcune delle sue fan, però lui sapeva che sarebbe stato quasi impossibile difendere il primato su quelle rampe.  Lotta dura sino all’ultimo fuori soglia, ma Mago G quell’anno non concedeva spazio, era in forma e si vedeva, arrivò primo, ma quel Taeng mo appena arrivato sembrava avere ancora qualcosina da spendere.  Taeng mo scalzò il Tarci dal primo posto della generale, da notare che un gruppetto sostenne il povero Tarci negli ultimi chilometri, lo spronò come si sprona un capitano, ma di più non poteva dare, perse sì la maglia ma la sua popolarità cresceva, ed era imbarazzante assistere impotenti agli sproloqui delle sue fan sul sito .  Ottima cena assieme al rifugio con canti e cori, più da stadio che di montagna..

Il momento più bello dell’estate dei pancioni era arrivato.  Piazza Catena ore 21 e 30, delirio totale, una scenografia di lucciole in bicicletta, soltanto superata nell’anno seguente, ha visto attirare tutta la gente della piazza, una curiosità giustificata.  Però che fatica tenere a bada tutti quei picchiatelli, per fortuna che molti hanno aiutato come sempre a far sì che si svolgesse in piena allegria una delle manifestazioni più belle, permetteteci di dirlo, di tutta l’estate.  La magia della Ponale, illuminata dalla luna piena, noi illuminati all’inverosimile, l’arrivo a Pregasina, dove sui tornanti la gente ti aspettava festosa come ogni anno, cosa si poteva volere di più da una gita in bicicletta ?  E allora via, questa volta senza affanno, perchè con la formula del rischiatutto non serviva arivare primi, quindi il lungo fiume luminoso si snodò pigramente sulle pendici della Rocchetta.  A volte si perdeva completamente la cognizione del tempo, e allora qualcuno pensando di essere fuori tempo cominciava a pedalare, non fu il caso di Taeng mo che in compagnia di Enriquez si attardò più del previsto ( trasportava una damigina di vino e sparava mortaretti ) , fu così che si giocò il tour.  Ma in fondo quella sera non importava a nessuno del risultato, e anche se troppi personaggi sentendo il tempo di arrivo temporeggiavano a tagliare il traguardo, si ricorderà invece una tappa magnifica.  Vinse Ciccio Graziani con zero secondi di sbaglio, il suo naso lo aveva guidato.  Subito dopo ci fu la premiazione per la miglior scenografia, il comitato di Pregasina aveva il suo da fare.  Mago G tornava in maglia gialla, ma la volpe Cannibal lo tallonava da vicino, mentre Taeng Mo al tour ci avrebbe pensato l’anno dopo.  Ci fu un fuori programma nel dopo tappa, Enriquez perse le chiavi di casa, e vestito  ancora da Zorro tentò quindi di forzare la sua finestra di casa  in piena notte, rischiò molto…

Un pomeriggio afoso, fastidioso, vide radunarsi in piazza cavour un nutrito gruppo di personaggi strani, alcuni vestiti da fantomatici dottori, coaudiovati da relative infermiere, siringhe giganti, sacche di sangue ed altri pseudo medicinali contraddisti con la scritta doping.  Era alquanto grottesco, ma fece un sicuro effetto sui passanti, un po’ sbalorditi, la satira messa in scena dal TDP  colpì nel segno, ne seguì una passerella sino a Torbole, con irruzione peraltro pacifica in una farmacia.  Una piccola presa di posizione, naturalmente a modo nostro, per tenere viva l’attenzione verso questo increscioso fenomeno, la cultura del risultato ad ogni costo con l’aiuto del doping.  Ecco il bello del Tour de pance, nel giro di pochi minuti, levati i costumi della rappresentazione, riecco apparire l’altra faccia, quella sportiva, e allora via testa bassa e pedalare !  La tappa in questione era la cima ” Coppi ” inedita : Doss casina, con partenza dal capitello di Nago e arrivo alla capanna degli alpini, una prova breve ma con pendenze decise.  Il caldo umido si fece sentire nonostante si sia corso di sera, la sudorazione fu abbondante, ma lo scenario era davvero molto bello.  Vinse Taeng mo a dimostrazione che in salita fosse davvero il più forte, bisogna dire che El verdurer gli andò davvero vicino, ma alla fine dovette accontentarsi dell’ennesimo secondo posto.  Mago G consolidò ancor di più il primato in classifica, ora salvo qualche strana sorpresa nella tappa finale, che si preannunciava insolita quanto insidiosa, lui sarebbe stato il nuovo re del TDP .  A fine tappa una degna cena preparata da volontari alpini a base di polenta, coniglio ecc.. seguita dai soliti canti più o meno stonati ma festosi, poi il diluvio per scendere a valle.

Quel giorno era in programma anche la corsa matta ma fu annullata per il maltempo, a questo punto gli unici matti fummo noi, otto dementi che con le loro biciclette si giocarono il tour de pance 2008 sotto catini di acqua.  E mai nome fu così azzeccato, ” Quella sporca ultima corsa ” prevedeva infatti una prova senza limite di tempo, chi si ritirava per ultimo aveva vinto, non serviva la velocità o la forza, ma un certo spirito senso di sopportazione ed umorismo sì.  Ci trovammo così ricoperti con vari stratagemmi per fronteggiare una probabile lunga notte sotto uno dei peggiori meteo degli ultimi anni, nelle borracce mettemmo anche rhum e coca cola per scaldarci.  Il tragitto iniziale prevedeva un circuito sulla ciclabile che va dal ponte di Arco con ritorno da Prabi, lo seguimmo per un po’ dopo rompemmo gli schemi per finire verso Fies e stradelle varie.  Il regolamento prevedeva che ad ogni ora ci fosse una sorte di contrappello dove chi voleva ritirarsi doveva dirlo, fino a che l’ ultimo restava in pista.  Ad un certo punto eravamo inzuppati come savoiardi in un tiramisù,  ma lo spirito folle di avventura prevaleva ancora sul disagio, convenemmo per una sosta ristoratrice al bar della discoteca Spleen, ci guardarono come fossimo arrivati dallo spazio..  Dopo le due di notte prima il Ciclone, poi Tarci e Pantuna tornarono nei loro lettini asciutti, visti i punti in palio solo Ciaramdanak poteva ancora giocarsi la vittoria con Mago G, ma come era giusto che fosse, Ciaramdak non avrebbe mai tentato di soffiare il primato più che mai meritato da Mago G, e quindi si giocò solo la vittoria di tappa.  Ad un certo punto nelle tenebre in prossimità di Fies, un capriolo piombò sulla stradina davanti a Mago G, si spaventarono entrambi,a tal punto che Mago G, lasciò la compagnia, appagato,  lasciò che Enriquez e Ciaramdanak vagassero senza meta nell’acquario della busa.  Anche l’arcigno Tribula si diresse a casa, e così alle 4 e 47 del mattino Ciaramdanak ed Enriquez si diedero la mano e si fermarono con quasi 90 km percorsi tra fango e acqua, poi il rhum era finito..  La cena finale là dove era iniziato il TDP 2008, alla speck stube, fu davvero una kermesse da sogno, musica, film in anteprima, elezioni del personaggio dell’anno : El milanes, poi premiazioni di ogni tipo e sfottò a non finire, un gruppo da urlo, ed altri ne sarebbero arrivati.

2009  ” Yes i can ! “

Mentre in tutto il mondo infuria una delle crisi economiche più pesanti del secolo, la speranza risulterà essere la medicina comune per combattere il pessimismo sul futuro, e anche il Tour de pance cercherà di proteggere le fasce più deboli : ecco allora la ” Soccià’l card “.   Il TDP 2009, storia dei giorni nostri, continuerà sulla falsa riga dell’edizione precedente, tappe dure alternate con altre di puro divertimento, avventurose ma condite dalla solita allegria.  Sarà l’anno di Taeng mo, indiscusso leader sui pedali, ma sempre pronto a mettere da parte l’agonismo pur di divertirsi.  Ormai del vecchio nucleo storico del TDP rimangono solo pochissimi elementi, ma lo spirito tramandato rimane sempre lo stesso, e così i nuovi personaggi che si sono inseriti nel gruppo hanno ridato nuova linfa alla manifestazione con entusiasmo e nuove idee.  Le novità di quest’anno sono state : la tappa virtuale giocata sulla sabbia col mitico gioco delle biglie, un successo in tutti i sensi, rilanciando così una splendida tradizione da spiaggia che tanto divertì le generazioni passate.  Inoltre la prima prova disputata in mountain bike su un circuito bellissimo tra i boschi della val Concei.

E come è cominciato l’anno prima, così inizia il 2009, la caccia al tesoro a squadre radunerà a rapporto i pancioni del tour dopo il lungo letargo invernale, e già le prime facce nuove si conteranno in gruppo.  Molto avvincente, la frazione metterà a dura prova tutte le squadre, un po’ per la lunghezza, un po’ per l’allenamento approssimativo col quale quasi tutti i personaggi si sono presentati al via, alla fine si è visto più di una persona boccheggiare.  Tutta la busa è stata scandagliata per trovare i vari biglietti con gli indizi successivi disseminati qua e là, qualcuno si è sbagliato e magari ha aggiunto qualche salita imprevista al già impegnativo percorso per concludere la prova.  Quest’anno come ultimo dei cinque indizi era quello di arrivare con tutta la propria squadra in cravatta e ciabatte, e in piazza Cavour si ammirò un altro spettacolo trash.  I quattro che arrivarono per primi, che vestirono anche la prima maglia gialla del 2009  furono : Sambuc, Pantuna, Levera, e l’inossidabile Cannibal.

La classica del lago di Tenno questa volta aveva l’onere di assegnare al termine della prova, la famigerata ” Soccià’l card “, la nuova diavoleria voluta fortemente per dare ancora di più una chanche ai meno dotati sui pedali, una sorta di Jolly da giocarsi d’ora in poi, raddoppiando il punteggio della tappa scelta.  Ma la paura era quella che qualche furbone tra i big pedalasse col freno a mano tirato pur di vedersi assegnare il cartellino, per fortuna non fu così, e tutti come sempre non si risparmiarono.  I primi dieci a tagliare il traguardo di Tenno, come da copione non ricevettero la ” pensione ” per il proseguo del tour,  Taeng mo trionfò, facendo già vedere le sue intenzioni, poi un ottimo Tribula che vestì la maglia gialla per un po’ di tempo, subito dopo si piazzarono due altri brutti clienti, come El verdurer e Mago G.  Si contarono al via poi, molte più femminucce del solito, tra di loro nacque un importante alleanza, e mai come prima il Tour de pance si colorò di rosa.

Una cronometro di solo un chilometro non avrebbe fatto male a nessuno, ma come voleva il titolo : ” pancia a terra ” , invece fu una bella prova in apnea,  i muscoli delle gambe induriti a fine prova hanno fatto il resto.  Il grande rettilineo che andava il leggera discesa era sferzato infatti dal vento contrario che soffiava con veemenza, solo quelli che disponevano di gran forza nelle gambe sono riusciti a prevalere.  Il ritorno alla vittoria dopo una lunga assenza del Verdurer ha caratterizzato la prova, ma tutti hanno fatto del loro meglio a testa bassa.  Maglia gialla in conproprietà tra Taeng mo e Mago G.

Divisi in tre fasce di partenza, i carcerati del TDP si apprestano ad affrontare la consueta tappa all’alba, durissima levataccia che però premia sempre chi ne partecipa.  Il tempo quella mattina era pessimo, e così quando ci trovammo alle prime luci del giorno. sembrammo astronauti che hanno finito l’ossigeno.  La classica delle marocche fu combattutissima sotto pioggia e grandinata compresa, la fascia “pro-tetta” fu raggiunta ma quella dei ” ne carne ne pesce ” ancora una volta la spuntò tra i big più o meno sgranati tra di loro, e così Sacks si aggiudicò la sua prima tappa.  Faceva freddo all’arrivo, e appena che anche lo sfigatissimo Coci che aveva bucato arrivò, ci dirigemmo subito infreddoliti ad Arco per fare la colazione assieme, ci scaldammo le mani intirizzite sulle tazze di cappuccino, il Ciucciarodelle tremava come una foglia al vento.  El tribula rimase solo in maglia gialla per una manciata di punti e si gongolava come un bambino che aveva ritrovato il cagnolino, mentre Mago G meditava già qualcosa.

E arrivò il grande gioco delle biglie, un sogno che il patròn voleva realizzare : tornare bambini, con i loro beniamini dentro le biglie, in ginocchio ( artrosi permettendo ) sulla sabbia, sino a che fosse scoccata l’ora della merenda.  Ma la merenda noi la consumammo prima, con svariate leccornie preparate dai parenti o anche da noi stessi, innaffiate bene dalla birra, per lanciarci poi nell’arena, con un sacco di gente che assisteva incuriosita.  Musica e tifo infernale quando un concorrente tirava la propria biglia, addirittura il fumo artificiale faceva sì che sembrasse di essere nello stadio.  Dopo le varie eliminatorie, i migliori si disputarono le finali.  Il tifo maggiore era quella sera per la Levera, che si trovava in classifica generale ad un tiro di schioppo dal Tribula.  Però purtroppo gli fece difetto la mira, e non gli riuscì l’ambito sorpasso, al contrario si capì che più di uno si era allenato.  Infatti nella sorpresa generale, Otto fece strike, vinse la prima ” gara rotolata ” per ciclisti sempre più pigri.  Poi a sconvolgere la classifica ci furono colpi di apprezzabili fondoschiena con le varie penalità disseminate sul tracciato, Cecido stabili il nuovo record di punti vinti in una sola tappa ( ma che fu frantumato dopo da Ciaramdanak ed Enriquez ), giocandosi la” soccia’l card ” e raddoppiando un bottino già cospicuo.  Mago G, calcolando molto bene la gara, si piazzò bene e fece diversi punti di strike, tornò padrone del TDP, sempre a tiro però, sopratutto del segugio Cannibal, pronto a sferrare un attacco.  Tappa memorabile, ma dietro a tutto quello, ci fu davvero un gran lavoro , per realizzare la pista e per la festa, da farci i complimenti da soli..

Le lucciole della Ponale, una garanzia di follia a cavallo di una bicicletta, e anche la popolazione locale ha subito il fascino di tanta allegria.  Qui sarà difficile proprio superarci, perchè quei costumi che si sono visti quella sera erano frutto di un lungo lavoro.  Portare su a Pegasina quell’ambaradan di scenografia è stata cosa ostica per alcuni, che hanno esagerato con decine di chili da trainare, ma alla fine la Ponale era un teatro illuminato.  Il rischiatutto al contrario ha ridato credibilità alla fortuna, e non c’era stress di arrivare.  Pantuna con la complicità della dea bendata vinse la sua seconda tappa, e per la prima volta del tour, il vincitore doveva tenersi in casa una coppa a dir poco imbarazzante per la sua grandezza, la giusta pena per chi vinceva le tappe o il TDP.  Pantuna in maglia gialla, meritata davvero per uno storico del tour come lui che arrivava spesso secondo, ma che mai se ne preoccupava.     Il comitato di Pregasina, gemellato ormai con noi, ci ha regalato l’accoglienza con la A  maiuscola, evviva tutti !

Prima volta anche per la mountain bike nel tracciato cross nella valle di Concei, indovinata, non troppo impegnativa, la prova si snodava in un ambiente straordinario, su e giù in boschi, guadi nei torrenti.  Un gruppo di carcerati ha colorito di bianco e nero la valle di Ledro, era la prima volta.  Vinse Taeng mo sul Verdurer e Mago G, se ne tornò in maglia gialla, con l’intenzione di restarci.

Tra chi pensava come giocarsi la soccià’l e chi come pensava d svignarsela in vacanze, ecco che incombeva la cima Coppi, l’incubo di Padaro, la gioia degli scalatori, era tempo di stringere i denti.  E’ stato il momento più toccante nel film TDP 2009 , sì perchè all’arrivo sembrava ad un certo punto di essere in Viet nam, gente che si contorceva da crampi e iperventilazioni imbarazzanti.  Tutti si sono meritati il lauto pasto al rifugio, sia i primi che gli ultimi hanno onorato al meglio una tappa che ha fatto la storia del Tour de pance.  Quel vecchio esperto del Capitan Nemo vinse la tappa gongolante, segno che la bici non lo ha ancora stufato, bravo !  Ma Taeng mo arrivando secondo vedeva già la meta ambita avvicinarsi, in giallo .

L’avventura è l’avventura ! E la follia pura del TDP si chiamava : ” Quella sporca ultima corsa “, che per chi ha letto il libro,  al quale assomigliava sempre di più, il massacro finale.  Partire alle 5 del mattino da casa, oppure alle 23 della sera ormai erano dettagli, la carovana non mollava mai.  Una tappa senza limiti di tempo, e talmente folle che non si sapeva neanche la direzione, o meglio si sapeva che la notte era lunga.  Infatti qualcuno si aspettava subito di fare sul srio, invece per buona parte si è gigioneggiati un po’ e molti hanno preferito non continuare, capibile, ma forse se ci avessero creduto avrebbero goduto di una vera avventura.  Proprio dopo le quattro del mattino, si è deciso di affrontare l’ascesa a bocca larici per vedere l’alba, e di trenta persone contate alla partenza, rimasero dodici.  Ma a Pregasina qualcuno si fermò, e glia altri arrivarono al primo chiarore su quel balcone sul lago di Garda, era fantastico !  La signora dell’albergo Panorama ci vide ridiscendere a valle verso le otto, una volta arrivati al bivio, rilanciammo la posta per il lago di Ledro.  Eravamo rimasti in otto, e Otto era al bivio del TDP, con l’ausilio della soccià’l card, se avesse vinto la tappa e Taeng mo fosse arrivato terzo, avrebbe portato a casa anche il tour, e lì i due si chiarirono senza problemi, Pantuna rilanciò per votazione di andare al rifugio Pernici, Otto lasciò serenamente il tour a Taeng mo, e salimmo solo in cinque.  Le energie erano al lumicino, e tutti andavano a passo lento, dopo tante ore senza dormire e quasi tremila chilometri di dislivello sul groppone, ci si sentiva appagati. Dopo una bella polenta a rifugio, gli occhi stavano per chiudersi, ridiscendemmo per malga Grassi, e una volta a Riva, Enriquez ritrovò nuova grinta e propose di tornare a Pregasina per un caffè triplo, gli altri sorrisero dicendogli di andare a dormire come loro.  Enriquez accettò la sfida di ritornare a Pregasina per recuperare la giacca di Panzstrong, lo vedevano barcollare, ma ci andò, tornò a Riva in piazza a Cavour diciotto ore dopo la partenza, si prese la coppa che gli sembrava pesare duecento chili e collassò su un tavolino di una osteria.  Così Taeng mo aveva vinto il tour de pance, la tappa più lunga del TDP si era consumata con l’ultimo che aveva percorso 3300 metri di dislivello in 126 chilometri di follia ciclistica.  E c’è gente che ancora ci aiuta e ci segue, non sappiamo più cosa inventare.

2010 ” WANTED “

Sarà lotta dura tra i super criminali del tour, molti i pretendenti al titolo, ma per resistere alle varie trappole e vincere un TDP ci vuole un mix di costanza, fortuna e tattica, il  Mago G dimostrò di averne a sufficenza per portarsi via il suo secondo tour ed eguagliare così il bottino di re Cannibal, ma ha dovuto sudare più del previsto, un nuovo personaggio che farà parlare di sè gli ha fiatato sul collo per tutta la stagione : Ciucciarodelle potrebbe essere il nuovo erede…  Le novità di questa edizione saranno la pazza corsa con le mini bici sulla pista da cross, la terribile ascesa a bocca larici e la salita di Troiana condita da una cena maestosa degna di un TDP.  Il vincitore della passata edizione latita un pò all’inizio, ma quando Taeng Mo si presenta non ce n’è per nessuno, Otto si riconfermerà re delle biglie sulla sabbia, Enriquez sulle prove senza limiti di tempo, ma quello che farà più notizia saranno degli inaspettati crolli di autentici mostri del passato, è proprio da questi che ci sarà più da temere nel prossimo futuro…

Per il terzo anno di fila è ancora la caccia al tesoro ad aprire le danze, e come sempre qualche concorrente ancora fuori condizione fatica più del previsto a coprire il tracciato, si vedranno all’arrivo diverse facce esauste.  La prima squadra a tagliare il traguardo tra le varie prove da affrontare si prese anche la maglia gialla in conproprietà, i sei personaggi  furono : Cinzi- Lagrima-Mago G-Ruvido-Tribula e Sambuc, ma il bello doveva ancora venire…

Ecco allora la classica del lago di Tenno che metterà tutti in fila, il vero termometro del tour, non ci si può nascondere, e infatti molti dei big si scontrarono senza sconti, qualcuno però era ancora indietro di condizione, Sautè lo era da un pezzo e si portò a casa la tappa tagliando per primo il traguardo davanti allo sfortunato Ciccio Graziani, che aveva condotto la fuga sino al rush finale.  Il Mago G piazzandosi al terzo posto balzò al comando della classifica generale, ma la sua maglia gialla era striminzita, el Tribula lo tallonava ad un soffio di punti. Ma fu la consegna delle “Soccià’l card” che polarizzò l’attenzione e la speranza di tutti quegli altri che arrivarono dopo il decimo posto, se giocata bene rappresentava una chance più che ghiotta per soffiare il titolo a qualche big.

Fu la bizzarra levataccia della tappa all’alba a lanciare definitivamente tra i papabili vincitori finali quella che era considerata la mascotte del TDP, il Ciucciarodelle si portò a casa una vittoria strameritata, anche se faceva parte della fascia media dei “ne carne ne pesce”, condusse una fuga strepitosa sino al traguardo delle marocche senza farsi raggiungere dal famelico Mago, lì fece capire che  si sarebbe dovuto fare i conti con lui nel prossimo futuro del tour, così giovane ma dotato anche della classica personalità da personaggio, una mina vagante.  A parte i numeri si trattò dell’ennesima follia, far svegliare a quell’ora quei mascalzoni per una sfida in bicicletta era una cosa che solo qualche anno fa era inconcepibile, ora molti non vedono l’ora di indossare il pigiame e ripartire..  Per la cronaca, il Mago G restò in giallo, controllando come sa fare lui gli avversari diretti, ma grazie alla prima soccià’l card giocata un altro giovane e simpatico personaggio gli si avvicinò in classifica, il Trenino siciliano, timido ragazzotto delle sicilie al quale però mancava ancora di quel mordente di cui invece il suo coetaneo Ciucciarodelle era già svezzato, in ogni caso il futuro bussava prepotentemente alle porte del TDP .

Prima assoluta di Troiana, una tappa che ricorderemo sopratutto per il suo seguito, forse la festa più bella tra i dopo tappa del TDP, l’ambiente stesso con la sua splendida radura nel bosco e la splendida accoglienza del suo comitato, ne fece davvero una piccola Woodstock del tour.  Ma la sua salita, sebbene non troppo lunga, fece vedere i sorci verdi a più di un concorrente, il ritorno di Taeng Mo dopo un assenza ingiustificata fece capire a tutti che in salita lui era ancora il più forte, precedette sia un Ciccio Graziani strepitoso, che il Mago e il Ciucciarodelle, ma per la classifica ques’anno era già in grave ritardo, altrimenti non sappiamo se il Mago l’avrebbe spuntata.  Era proprio il Mago G a restare saldamente in giallo, anche se Ciccio Graziani aveva ancora le montagne dalla sua, la fortuna decisamente no.

Il tappone virtuale del Tour de pance è davvero unico nel panorama ciclistico, sia tirando gli enormi dadi nel gioco dell’oca umano, che nella recente gara delle biglie sulla sabbia, i concorrenti ormai non più ragazzini si entusiasmano e si concentrano come in sella alle loro biciclette, ma a nulla serve l’esperienza sui pedali, serve una duttilità diversa, ne sa qualcosa il veterano di questa tappa, ovvero l’Otto, che bissando la vittoria dell’anno precedente, si confermò il re delle biglie, vincendo di misura davanti allo sfortunatissimo Cecido che pregustava già la vittoria, ma un tiro sul “pavè” gli risultò fatale.  La cornice del lago e la sera calda estiva regalarono ancora una volta un momento d’infanzia ai suoi partecipanti.  Grazie ai punti e alle soccià’l card giocate, ci fu un bel sconquasso in classifica, ma non abbastanza per scalzare il Mago dal primo gradino, gli bastò marcare due o tre dei suoi rivali, e anche aspettare la mossa falsa del solito Ciccio, ma di strada ce n’era ancora parecchia..

Concei cross nella splendida conca della valle omonima, poteva rappresentare una succulenta trappola per tendere un agguato al Mago, tutti aspettavano l’acuto di Ciccio Graziani, con l’uno-due di Cocei e bocca larici, poteva operare il sorpasso in classifica, ma fu l’ennesima disdetta, partì a razzo come il suo solito, e si perse clamorosamente sul sentiero sbagliato, resosi conto ormai del tempo perduto, si ritirò gettando al vento anche le speranze in giallo.  Fu comunque ancora Taeng Mo ad arrivare primo al traguardo impennando come il suo solito la bici, precedette sia il Mago che un sorprendente Sambuc, che grazie alla sua regolarità ora si trovava a pochi punti in classifica dal Mago G, ma era ora il Ciucciarodelle a far paura, perchè possedeva ancora la Soccià’ l card, e covava già qualcosa di speciale…

Beh.., se le sofferenze sul muro di Padaro incutevano timore, quelle che si sono viste sulla terribile ascesa di punta larici rimarranno impresse per sempre nella mente dei partecipanti di questa edizione.  Un altra tappa inedita, la cima Coppi posta appunto ai 905 mt. di bocca larici, ha veramente messo in croce tutti, le sue pendenze ai limiti nella parte boschiva hanno letteralmente appiedato più di un concorrente, alcuni di loro veri “mostri sacri” del TDP.  Taeng Mo invece ha ribadito se ancor ce ne fosse stato bisogno, che la salita era il suo pane, rifilando minuti ai suoi avversari, solo un certo Angelo caparbio come nelle precedenti tappe, gli era riuscito a tenere testa, mentre sia Ciccio, che il mago e il Ciucciarodelle si sono limitati a controllarsi.  IL Mago G restava in maglia gialla ormai dall’inizio del tour, e sembrava gestire più che mai la distanza tra lui e i suoi più immediati inseguitori, ci sarebbe voluto qualcosa di inaspettato per scalzarlo dal primo posto in classifica.

Ecco finalmente arrivare la splendida tappa delle “Lucciole della Ponale “, una vera follia sulle due ruote consolidata ormai negli anni, oltre allo spettacolo messo in mostra dalle sgargianti scenografie da parte dei suoi partecipanti, la frazione avrebbe anche elargito punti con la formula del rischiatutto finale all’arrivo, che unita ai punti messi in palio per le miglior scenografie, sarebbe potuta essere in grado di ribaltare la classifica.  Molto spesso però la dea bendata aveva premiato in passato quelli più dotati sui pedali, quindi pochi si facevano illusioni, ma alcuni di essi si giocarono la famigerata “soccià’l card”, e fecero bene.  Infatti qualcuno raddoppiò il già cospicuo bottino di punti e fece un bel balzo in classifica, mentre stavolta il Mago pagò dazio, nonostante fu tra le miglior scenografie, la pallina che pescò non fu delle migliori, e il Ciucciarodelle lo scavalcò per la prima volta e rimase in maglia gialla sebbene di pochi punti.  I vincitori furono a pari merito, il Ruga e il Coregon, ques’ultimo grazie alla “soccià’l card” totalizzò ben 700 punti!  La festa prima, durante e dopo, velsero come sempre più dei numeri sin qui riportati, e c’era già che pensava alla prossima scenografia per l’anno prossimo, Pregasina e la sua gente furono parte integrante della serata, da quelle parti la serata di mezza estate del Tour de pance è segnata sul calendario.

Altra tappa inedita, altra pazzia, mettere in sella a bicilette da bambino i picchiatelli del TDP, dove l’età media sfiora i 45 anni non è cosa da poco, e allora la tappa sulla pista da cross di Oltra risultò un esilarante appendice di questa folle corsa a tappe in bicicletta.  Squadre da 4 persone si affrontarono con non poche difficoltà nel restare in sella, risate a non finire, ma tanto impegno da parte di chi ne partecipava, ne risultò una frazione divertente che probabilmente rivedremo in futuro.  Vinse la squadra composta dal Mago, Cannibal, la simpatica mascotte giovanissima Kami e il Sacks, mentre il Ciucciarodelle si trovò intruppato in una squadra più debole, ma rimase ancora in maglia gialla per soli cinque punti, e il Mago all’ultima tappa non poteva fallire il sorpasso finale…

Per la terza volta si corse la tappa più folle in bicicletta, dove l’ultimo a scendere dalla sella vinceva,quella fu però l’ultima volta che si partì la notte, infatti si ritrovarono in pochi in una sera fredda ma illuminata da una luna piena stupenda, alle 23 di quel sabato partirono alla volta delle sarche passando dalle marocche sotto una luce lunare surreale, prima di salire verso il monte gazza qualcuno degli abitanti del paese di Margone li avvisò che si aggirava un orso proprio nella loro direzione, il Mago deglutì a fatica, quello poteva essere un ostacolo sul suo cammino verso la vittoria…   Ma Enriquez più motivato che mai a portare a termine l’avventura, convinse tutti a ripartire stando uniti, nel cuore della notte la salita che portò a malga gazza sembrò un film, tutti aguzzavano l’udito nel bosco, si cercava di fare meno rumore possibile ma gli ansimi della fatica erano inevitabili.   In cima era ancor buio, per fortuna il bivacco era aperto e si rifoccillarono prima di ammirare una alba stupenda che accarezzava le cima del Brenta di fronte, era freddo però, il Mago dovette coprirsi con una coperta di fortuna, ora tra lui e la vittoria c’era solo il Pantuna , ma quando scesero a valle rimasero solo in tre, lui, il pantuna e l’Enriquez.   Fu così che si decise di affrontare un altra montagna, salirono sino a malga campo, arrivarono in tempo per scaldarsi un po’ sotto il sole e mangiare, a quel punto il Mago resosi conto di aver già vinto, lasciò la compagnia, Pantuna si accontentò del secondo posto in classifica e terminò la tappa insieme ad Enriquez, il quale vinse per la terza volta consegutiva la sporca ultima corsa, Il Mago G conquistò di conseguenza il suo secondo TDP.

ANNO 2011  “OUI’ C’EST MIEUX!”

La sensazione è che qualcosa stesse cambiamdo,  proprio il titolo: Ouì c’est mieux lo diceva, non sarebbe più bastata la “soccial’card” per contrastare i “big-oli”, ci sarebbe voluto qualcosa d’altro, e allora in una fredda serata invernale al patròn balenò in mente un altra diavoleria, perché non rivoluzionare tutto a giochi ormai fatti?  Prese così forma l’idea di far votare alla cena iniziale una tappa che poi  sarebbe stata rimossa, ma solo alla fine si sarebbe saputo di quale si trattasse, la “tappa che non c’è”.   In un anno dominato in parte dal Ciucciarodelle ( che anche in futuro si vedrà soffiare il titolo in modo pazzesco), ci fu da registrare ben 2 tappe inedite, la prima fu l’arrivo sudato della cima Coppi posta a bocca larici con pendenze proibitive, l’altra fu quella di Laghel-oltra, una prova tecnica che Giggi ricorderà a lungo, lì infatti gettò al vento il suo primo TDP, sbagliò strada e proseguì sino al lago di Bagatol, teatro di disfatte storiche (vedi 2014).  Ma fu anche ricordato soprattutto per la vittoria del mitico Tarci, gran calcolatore, che proprio all’ultima tappa tirò fuori tutte le sue energie e arrivò dopo 23 ore di bici insieme a Yurka ed Enriquez vincitore al traguardo, il resto lo fece l’estrazione della tappa che non c’è.

Fu propio alla cena iniziale del TDP che iniziò il tutto, dopo essersi rifocillati a più non posso i picchiatelli del tour dovettero votare segretamente la tappa che desideravano scartare, una volta messi i vari bigliettini nella scatola poi sigillata, la consegnarono ad una persona super partes che la riportò poi alla fine della manifestazione per lo spoglio fatidico, quello che poi decretò la classifica finale con il suo vincitore.

Ma la prima vera tappa fu la cronometro individuale di Oltra, 3 giri di pista sul bellissimo tracciato di Oltra da affrontare in vera apnea, stando attenti però a non esagerare in entrata di alcune curve insidiose.  Ciucciarodelle dato in formissima cadde proprio sull’ultima curva prima della retta finale e gettò al vento la vittoria di tappa che sembrava scontata, alla fine vinse il Sautè di potenza su un sorprendente Panzstrong e indossò la prima maglia gialla della stagione, lì si consegnarono le “soccia’l card”, magra consolazione per il Ciucciarodelle che se la vide consegnare, ma forse sarebbe stato un bene…

Venne la volta del rischiatutto al lago di Tenno, tanto per sconvolgere ancora un po’ i piani dei ”big-oli” che di certo avrebbero preferito la classica salita, ma il Tour de pance stava prendendo una piega diversa dai loro piani che già pregustavano un altra vittoria di forza.   L’estrazione della pallina con su il tempo da avvicinare fu pescata alla fine in modo da scartare a priori le furberie di quelli muniti di orologi o altro, infatti fu una vittoria del tutto fortuita quella che si videro assegnare a pari merito Ciaramdanak e il Nico, quest’ultimo grazie alla “soccia’l card” si catapultò al primo posto della generale, un volto nuovo vestì così la maglia gialla,  e mise tutti d’accordo, ma sornione il Mago aspettava le prime mosse false per sferrare un attacco, poi anche le femminucce si piazzarono in prima fila, faceva ben sperare…

La terza tappa fu quella all’alba consumata alle marocche, divisi nelle tre fasce di partenza, prima quella pro-tetta poi a seguire i ne carne ne pesce e per finire 3 minuti dopo i big-oli partirono con le prime luci del giorno, fu una bella sfida, dove grazie alle partenze scaglionate si visse un duello emozionante sul filo del rasoio, Ciucciarodelle infilò il Ciclone Kontrowicz e Pantuna ormai stremati a ridosso dell’ultima curva in leggera salita, ma anche dietro ci furono sorpassi e contro sorpassi rendendo avvincente la prova.   Nico però restò saldamente al comando della classifica seguito da Sautè, quel giorno il Mago restò in caserma per l’arrivo del nuovo erede.

E così venne anche il ritorno di malga grassi, una delle più belle ascese del TDP, veloce nella prima parte e poi testa bassa sul muro di s.martino, e proprio lì il Ciucciarodelle si confermò come il miglior scalatore del momento, sfiancando i tentativi generosi di Taeng mo che cercava di seminarlo prima, 47 minuti il nuovo record per lui, sarebbe stato uno dei record che stabilirà in seguito.  Giggi si giocò la soccia’l  e si fiondò in cima alla generale covando sogni di gloria che purtroppo come vedremo in seguito si sbriciolarono per una fatal distrazione.

Poi ci fu il tappone virtuale delle biglie, specialità che Otto per ben due volte vincitore doveva difendere, ma questa volta il tracciato grazie anche al fatto che l’ingegnier Tribula aveva arricchito con ponti quasi insuperabili si rivelò ostico anche per lui.  In un clima afoso e surreale tra fumogeni da stadio e tifo assordante trionfò a sorpresa Wombat che dovette lottare non poco nella tespesta che si scatenò all’ultimo giro, alcuni abbandonarono per timore di una tromba d’aria e così lui tagliò per primo il traguardo con la sua biglia sulla sabbia.   Giggi restò in maglia gialla tallonato da Nico e il sornione Mago g.

Fu il momento magico delle lucciole, quella sera arrivò una tempesta veramente impressionante e rovinò solo in parte una delle passerelle più incredibili che i picchiatelli del tour avevano messo in piedi, scenografia degna del miglior carnevale di Viareggio, Enriquez rischiò di andare a fuoco insieme alla bambola grazie ad un fumogeno sotto la sella tra sedie e tavoli che ballavano nella tempesta di vento e pioggia in piazza.  La pallina fortunata capitò al Tribula che si aggiudicò la tappa, neanche stavolta il meteo riuscì a fermare la pazza carovana, Giggi ancora in maglia gialla, ma Cannibal si giocò la soccia’l e lo tallonava da vicino, lui sì che era pericoloso…

La cima Coppi quell’anno fu la estenuante salita al monte velo, e Taeng mo si riprese lo screttro di miglior scalatore ai danni del Ciucciarodelle e un certo giovanissimo Turbo, che in seguito metterà tutti in riga sulle montagne.   Siccome si avvicinava sempre più la resa dei conti, sia il Ciclone che il Ciucciarodelle si giocarono la soccia’l card e ora speravano in un passo falso di Giggi che guidava ancora la classifica con un distacco però risicato.

Ecco la volta dell’inedita prova di Laghel-Oltra, una prova sulla carta non difficile ma che nascondeva alcune insidie, la prima rampa che portava a Laghel mise quasi tutti in riga ma la discesa tecnica al ponte romano di Ceniga rimescolò le carte, qualcuno scelse la via facile per paura di rovinare al suolo ma in questo modo prese una leggera penalizzazione.  Da Ceniga ad Oltra fu più facile, ma qualcuno scelse di rendersi la vita difficile, Giggi invece di svoltare a destra nella peraltro segnalata località di Oltra, prosueguì a sinistra e arrivò solo al lago di Bagatol, subito si rese conto di aver sbagliato ma era troppo tardi, si girò immediatamente ma arrivò al traguardò di Oltra tra gli ultimi e disse ciao al tour.   Tagliarono per primi il traguardo i terribili 3 “boci”, ovvero Ciucciarodelle, Turbo e il Trenino siciliano, grazie ad un buon piazzamento il redivivo Ciclone calzò la maglia gialla per la prima volta in comproprietà, insieme al Ciucciarodelle, esilaranti le immagini della vestizione nella stessa povera maglia….

Quella sporca ultima corsa stavolta si decise di farla partire la mattina della domenica e fu la scelta vincente, molti i partecipanti per affrontare una delle più belle uscite del Tour de pance, il primo passaggio fu a s.pietro per scendere nella bellissima val lomesona dove era posto il meritato ristoro, da lì nel primo pomeriggio il gruppo che vantava ancora più di una ventina di unità si diresse lungo l’altipiano di Fiavè e scese verso Arco dove poi qualcun altro si ritirò.   Verso il tramonto si rilanciò per doss casina, le gambe di qualcuno cominciavano a ribellarsi e ritornati a valle col buio rimasero solo in dieci.  Ormai la notte era alle porte e qualcuno rilanciò a Pregasina, lì almeno due finirono la benzina e si ritirarono, scesi di nuovo a valle era notte fonda e fu così che il Tarci scoprì le sue carte, rilanciò a sorpresa di arrivare alle sarche per arrivare in troiana via Carobbi per l’alba, tutti si guardarono negli occhi ammutoliti.  Solo Enriquez, ma soprattutto a sorpresa Yurka decisero di seguirlo, gli altri mollarono, fu un arrivo soffertissimo e anche commovente, il motivatissimo Tarci sapeva di giocarsi una fetta di tour importante e caricò gli altri due, Enriquez calò il poker consecutivo della specialità mai riuscito a nessuno, ma tutti e tre erano consapevoli dell’impresa, quasi 4000 mt. di dislivello in 120 km e 23 ore, alla fine stremati raccolsero il testimone di quella scatola preziosa costudita in troiana che avrebbe deciso le sorti del TDP a breve…

Tensione alle stelle quella sera in dede della sat a riva del garda, affittata per l’occasione, la suggestiva sezione della sat fu teatro dello spoglio in diretta della tappa che non c’è, alla fine fu scartata dalla maggioranza la tappa di monte velo, ci fu un boato e naturalmente qualche fischio da parte dei “big-oli” che si videro sottrarre la possibilità di vittoria finale, Tarci da buon calcolatore capì subito che la nuova classifica privata di quella tappa lo avrebbe visto trionfare, e fu proprio così, fu accolto da un unanime applauso, dopo tanti anni un “ne carne ne pesce ” tornava sul gradino più alto del podio!

ANNO 2012   ” LA PROFEZIA “

Visto il successo dell’edizione precedente, perché non continuare sulla stessa strada? E allora ecco un altra diavoleria, e proprio nell’anno in cui avevano previsto, per fortuna sbagliando, una probabile fine del mondo, una profezia che però riuscì solo a qualcuno al tour de pance, con effetti non catastrofici, anzi di vittoria.   Si cominciò ancora una volta alla cena iniziale votando segretamente stavolta i probabili vincitori delle tappe a venire, chi ne indovinava di più si avrebbe visto assegnare un bottino di punti da aggiungere a quelli della classifica finale, anche lì con spoglio delle schede a fine tour.    Due le tappe inedite, la prima un divertentissimo duathlon a squadre da affrontare prima in bici poi in pedalò sul lago di ledro, la seconda una prova di mtb sul tracciato tecnico alle busatte con arrivo sul pistino, per finire l’arrivo in salita a Troiana, dove poi si consumò lo spoglio delle schede fatidiche che consegnarono il vincitore finale.   Non sempre però la dea bendata sta dalla parte dei più deboli, andiamo a vedere come il Ciucciarode conquistò quel tour de pance e riportò i “big-oli” al successo.

Come dicevamo, tutti i presenti alla cena iniziale votarono segretamente i loro preferiti per le varie vittorie di tappa a venire, poi consegnarono l’urna dove venne trasportata e costudita sotto scorta in quel di troiana, Durante l’estate furono segnalati vari avvistamenti sospetti da quelle parti, ma troiana restò una roccaforte inviolata grazie al vigile guardiano.

Ritornò la divertente caccia al tesoro, un ottimo avvio per una stagione che proseguì scoppiettante, dato il gran numero di partecipanti si formarono squadre composte da 9 o più concorrenti, e si sfidarono alla ricerca dei vari indizi disseminati nella “busa”,  vinse la squadra che vedva al suo interno i seguenti personaggi: Ciucciarode,Tarci,Yurka,Angelo,Ciaram,Mago g,Gatto,Panstrong,Jo e calzarono tutti la prima maglia giallo-nera del tour de pance 2012.

A grande richiesta ritornò la classica delle classiche, ovvero la tappa del lago di Tenno, senza attenuanti ne fasce protette, solo la forza “bruta” sui pedali, ottimo banco di prova per vedere le condizioni dei partecipanti e anche per assegnare le consuete soccia’l card che consentiranno ai meno forti di rifarsi in seguito.   La prova se la aggiudicò Turbo  facendo registrare il nuovo record del TDP con 28’03 ,surclassando sullo sprint finale un Sautè in formissima, ma che nulla potè contro la freschezza del giovane, e sarà solo l’inizio dello strapotere di Turbo sulle salite.   E indovinate chi salì al comando della classifica? Il Mago g naturalmente, piazzandosi terzo a Tenno approfittò dell’occasione per far capire le sue intenzioni.

L’alba rivide ancora una volta come anfiteatro della tappa la super classica delle marocche, mai fino a quel momento si presentarono 60 picchiatelli alle 6 di mattina , e se prima si videro pigiami, vestalie e aria di scherzo, al via della prova tutti erano super concentrati, come ultimamente si faceva, con le tre fasce di partenza, molti ambivano salire sulla fuga buona.   E allora tra trenini che duravano pochi minuti e qualche allungo, Ciucciarodelle stavolta dovette chinare la testa insieme all’amico Turbo, Walter l’ombroso regolò gli ultimi due sulla salita finale e si presentò così con tutte le carte in regola per poter vincere anche il tour, ma la strada era ancor lunga.   Una femminuccia tornò a salire sul tetto del tour, la Levera grazie alla soccia’l giocata vestì la maglia gialla, il TDP applaudì , chissà che magari alla fine…

Terza tappa, l’inedita prova a squadre in un duathlon improbabile su bici e pedalò, fu un successo, si presentarono in molti e si dovettero fare diverse squadre, la salita per arrivare sino al lago di ledro mise a dura prova tutti, anche perché bisognava spingere o aspettare l’ultimo della propria squadra prima di salire a bordo del pedalò, poi le gambe dovettero subire un altro trattamento sull’imbarcazione, muscoli duri.   La squadra vincitrice comprendeva: il Mago, Fischia,Ciucciarode e Ruga, poi a seguire tutti gli altri che battagliavano in mezzo al lago.  Nuovo cambio al vertice della classifica, era il momento del Ciucciarode vestire la maglia di leader, nessuno però gli avrebbe dato una cicca per vincere il tour, e sbagliarono….

Croce e delizia, gli ” Avvoltoi sopra Padaro ” non passarono mai inosservati, quella rampa di lancio appena sopra Varignano ha visto forse i numeri più belli di tutto il tour de pance, numeri fatti di sudore e fatica, c’è stato davvero poco da ridere qui, anche se dopo si ricorderanno gli arrivi più allucinanti in modo scherzoso, ma quando uno si trova a metà del muro di Padaro non ci troverà nulla di buffo.   La cima Coppi per eccellenza fu dominata dal Turbo, che come aveva fatto con Sautè a Tenno, bruciò anche il quotatissimo Taeng mo allo sprint finale, ormai era lui il  re dei grimpeur del TDP, qualcuno sapeva della sua forza e aveva puntato su di lui nella profezia.  Naturalmente tra i dannati delle retrovie si videro crampi da leggenda all’arrivo come da tradizione.   In classifica generale restò ancora al primo posto il Ciucciarode, tallonato però da vicino dal Mago pronto al primo passo falso del rivale.

Apoteosi della follia in biciletta, le lucciole non tradirono le attese, tantissimi i partecipanti per la tappa regina dell’estate, Riva del garda e i suoi turisti rimasero sbigottiti al passaggio dei ciclisti nei più sgargianti costumi, la passerella tra le vie cittadine risultò un cult al quale non si poteva più rinunciare.   L’arrivo a Pregasina fu accolto come sempre con un calore insuperabile dagli abitanti della frazione rivana, la prova si decise come al solito col “rischiatutto” delle palline con su il tempo da indovinare, e i premi scenografia.  Vinse Laura Pianela pescando la pallina giusta, ma anche altri si avvicinarono parecchio, tra questi Enriquez che pescando la pallina 69 e giocando la soccia’l, fece registrare un altro record, 1000 punti in una tappa, e si piazzò di prepotenza alle spalle del Ciucciarode, il quale comunque resse bene anche lui col fondoschiena, era un segnale….

Ecco un altra prova inedita, la “busatte free ride”, un tracciato breve ma insidioso, tecnico per gente avvezza alle ruote grasse ed evoluzioni sul pistino finale, mentre per i comuni mortali si rivelò un inferno su e giù dalla sella.   Ancora il solito Turbo mise le sue ruote davanti a Ciucciarodelle e Taeng mo quasi sconsolati, il ragazzino cominciava a diventare davvero ingombrante, in seguito gli organizzatori presero delle contromisure rivelate però alquanto discutibili.   Sul pistino da free ride risate a non finire per alcune evoluzioni da dimenticare di alcuni personaggi abituati alle ruote fini, ma anche applausi, qualcuno venne squalificato perché tagliò nel bosco.  Ciucciarode allungò ancora un poco, ma i giochi erano più che mai aperti ancora.

Nella pausa in agosto, Enriquez avrebbe avuto due splendide vittorie, due bimbi che l’avrebbero poi fatto desistere da qualsiasi belligeranza per la classifica, e arrivò Troiana…    Valentino, il papà del Tarci attendeva con ansia quel momento, grossa era la responsabilità della custodia dell’urna contenente la “profezia”, al termine della tappa l’avrebbero aperta, mancava poco.    Turbo non fece sconti, come il Cannibal di una volta stravinse anche questa tappa, Taeng mo nonostante il numero si dovette rassegnare, Ciucciarode strinse i denti per tenersi più possibile vicino ai diretti concorrenti.   La classifica del dopo tappa lo vedeva ancora primeggiare su Enriquez e il Tarci a ruota, ma era chiaro a tutti che il verdetto finale non era quello, ancora un po di pazienza.   Al momento dello spoglio la tensione si tagliava col coltello della polenta che li attendeva per l’abbuffata che ne seguì, il Ciucciarode risultò indovinare diverse tappe vinte dal Turbo, naturalmente fu contestato a suon di sfottò, ma il verdetto parlava chiaro, grazie alla sua facile intuizione consolidò ancor di più la sua leadership e conquistò così il suo primo Tour de pance, Tarci anche lui ne indovinò diverse e soppiantò Enriquez dal secondo gradino del podio, ma quest’ultimo era comunque pago del suo 2012 , la fine del mondo non arrivò ma vince il Ciucciarode si disse poi….

Durante la cena finale del tour, Enriquez fece tremare tutti quando annunciò di voler abdicare e quando chiese chi volesse prendere il suo posto ci fu una bordata di fischi, nacque così una cordata sempre capitanata da lui per far sopravvivere la manifestazione, a dire il vero anche prima il volontariato non era mai venuto meno, ma da lì in poi lo sarebbe stato ancor più fondamentale, forse il vero segreto di una favola estiva che continuava a far divertire senza bisogno di sponsor e soldi se si eccettua la colletta iniziale di soli 10 euro a testa.

ANNO 2013   ” BEATI GLI ULTIMI “

….perché saranno i primi.   Se lo diceva lui c’è da crederci, e allora sotto con l’ennesima diavoleria covata dal patron nelle notti in bianco vegliate all’ombra dei biberon, questa volta bisognava osare di più, poi le dea bendata avrebbe fatto il resto.  Moltissime le novità, forse troppe per un tour de pance che stava ringiovanendo, e la “beverly inps” , introdotta per salvaguardare i dinosauri del TDP in via di estinzione si rivelò un piccolo autogol, perché penalizzò un po’ troppo i giovanissimi che stavano dettando legge nella passata edizione.  Inoltre la mancata notte delle “lucciole” fece storcere un po’ la bocca a diversa gente, ma col senno di poi è facile trovare gli errori e in quel momento ferma era la volontà di dare una rinfrescatina alla manifestazione.   Oltre a diverse tappe inedite che vedremo in seguito, la grossa novità era il colpo di scena finale, in questo caso si trattava di ribaltare la tappa sorteggiata alla fine in modo da ridisegnare sia l’ordine d’arrivo che poi la classifica generale finale sulla falsa riga dei tre anni precedenti, quindi sino alla fine non si poteva conoscere l’effettivo vincitore.   Per una serie di combinazioni però il vincitore restò Capitan uncino, il quale era già al comando prima dello spoglio della tappa, guadagnandosi così il suo tour de pance col sudore nella “sporca ultima corsa”, arrivando dopo 27 ore quasi sul monte Stivo.

Alla consueta cena iniziale fu presentata la “Beverly inps”, una sorta di carta salva-vecchi che consentiva di partire con già un cospicuo bottino di punti in base all’età anagrafica del possessore, furono chieste infatti le generalità dei presenti per stabilire il punteggio assegnato ad ognuno di loro, più vecchio era uno, più punti si vedeva assegnare, bella partenza, ma non per tutti…

Si cominciò con una cronometro individuale inedita da Torbole alla zona industriale di Arco via linfano, una prova breve ma da affrontare in apnea, quel giorno l’ora del Garda aiutò gli sforzi dei concorrenti e l’agonia fu più breve del previsto, tra di loro figurò una presenza enigmatica: un personaggio mascherato che ancora adesso nessuno riuscì ad identificare.   La tappa fu vinta in ecsequo tra Walter l’ombroso e un certo Pittbul, ma Ciucciarode ancora galvanizzato dalla maglia gialla uscente e, soprattutto aiutato dall’anagrafe della “beverly inps” figurò ancora leader della classifica generale, nessuna sorpresa sino a quel momento, i “big-oli” dettavano ancora legge, ma vennero assegnate le “soccia’l card”, e sarebbe successo sicuramete qualcosa da lì a breve.

Nuova anche la tappa che portò a Pietramurata lungo il bellissimo tracciato dal ponte romano di Ceniga, posto perfetto per il mountain bike con saliscendi su sterrati nel bosco, reso ancor più tecnico dal fango accumulato per le piogge cadute abbondanti in quel periodo.  Tanto per cambiare Turbo fu il primo della classe, mettendo dietro a lui i soliti Taeng mo e Ciucciarodelle, rivali una volta ma che adesso presero in considerazione un alleanza per mettere fine l’egemonia del Turbo.  Intanto il Ciucciarode andava proclamando di voler far la doppietta, forse era pretattica, ma al momento era una realtà, la maglia gialla era ancora sua.

La tappa che arrivava ai Campi non era inedita anzi, era un remake dell’anno 2001, ma questa volta si sarebbe corsa alle 6 del mattino, non più quindi alle marocche ma altrettanto suggestivo il sorgere del sole lungo i prati sulla strada di Tenno, la fatica però sarà sempre la stessa, soprattutto quella della levataccia.   Indovinate chi vinse ? Turrrrbo ! Di questo passo avrebbe raggiunto Cannibal se continuava così, ma con una piccola differenza, Turbo non aveva ancor vinto un tour, forse anche perché era capitato negli anni che la sola forza sui pedali non bastava più per vincere il titolo.  E  siccome la “beverly inps” si sarebbe azzerata in breve tempo, il sign. Taeng mo che stavolta era in possesso della soccia’l card, complice una cronometro scarsissima, si giocò bene le carte e si fiondò in cima alla classifica facendo ora la voce grossa con l’intenzione di andare a fondo, ma a breve distanza si trovavano personaggi del calibro di Mago g, Walter l’ombroso, Ciucciarode e il Turbo.

Questa pazza tappa che andremo a descrivere, oltre che inedita risultò essere una delle prove più controverse con qualche squalifica eccellente, per la curiosità fu anche la prima volta che vide l’assenza di Enriquez, cadde quindi il record di presenze consecutive dall’anno 2000, non sarebbe stata l’ultima quell’anno.   La prova prevedeva un inizio gelido, un tuffo dal pontile della purfina con acqua a 14 gradi! Poi bisognava inforcare le pinne e salire in sella alla bici per pedalare sino al monte Brione, lì la tappa sarebbe stata decisa con la formula del “rischiatutto”.   Qualcuno fu squalificato per non esser entrato in acqua e per non aver calzato le pinne, ci fu qualche polemica ma dopo tutto si mise a tacere, vinse Giggi pescando una pallina fortunata e avvicinò di poco il tempo impiegato per salire al fortino.   Taeng mo ancora in maglia gialla ma seguito a ruota da un promettente Ciccio Graziani, se non si sarebbe perso da qualche parte avrebbe davvero potuto vincere quell’anno, a seguire una Levera più in forma che mai spinta da il tifo femminile e non solo del TDP.

Dall’acqua all’acqua, riecco il “duathlon di ledro” dopo l’enorme successo della passata edizione ritornò la divertente prova a squadre metà in bici e metà in pedalò, e anche stavolta fu garantito il divertimento.  la vinse la squadra dei “fantastici quattro” composta da: Kami, Gatto,Fischia e Sacks girando per primi la boa per arrivare al pontile posto sulle rive del lago di Ledro, Taeng mo rimase primo in classifica inseguito stavolta dal ritorno del Ciucciarode, però minacciose erano le soccia’l card ancora non giocate, in primis quella del mitico Ciccio Graziani, che insolitamente si diceva quasi sicuro di vincere il tour, non avrebbe fatto torto a nessuno dal momento che lui è sempre stato uno dei più benvoluti nel gruppo…

Pregasina questa volta non vide le amate “lucciole” arrivare ma si dovette accontentare di una tappa con arrivo “normale”, ovvero faticando per giungere tra i primi e sperare di essere abbinati tramite sorteggio ad altri due concorrenti veloci pescati in tre fasce, solo così si poteva vincerla.  Fu la prima volta che Turbo dovette chinare la testa, infatti arrivò per primo un certo Ciacero, giovanissimo quanto forte che tra il resto fu abbinato ad White ed Enriquez, ed insieme vinsero la tappa.   Ora il Taeng mo doveva guardarsi alle spalle non solo dal Ciucciarode ma anche dalla vecchia conoscenza del Mago g che era una garanzia, i pericoli però sarebbero venuti da più lontano….

S.Pietro al monte, una “Cima Coppi” inedita e tutta da scoprire, ma a suon di sudore e abnegazione pedalando magari a zig zag sul muro che portava alla croce, quasi quasi faceva rimpiangere anche quello di Padaro.   Pronti, attenti e via!  nel giro di pochi secondi i ragazzini erano già allo scoperto e nessuno si sognava di andarli a prendere, sarebbe stato un suicidio, il duello tra il Ciacero e il Turbo risultò avvincente, e quando capirono tuttedue che non si sarebbero riusciti a staccare, decisero di arrivare insieme, dietro di loro un vuoto impressionante di quasi 5 minuti, quasi un umiliazione per uno scalatore del calibro di  taeng mo, anche se ormai si stava abituando all’idea.   Sempre lui al comando, ma al secondo posto si piazzò il Ciacero giocando la soccia’l, era forse arrivata la volta di un ragazzino ?

La resa dei conti arrivò proprio con la “sporca ultima corsa”, partenza come due anni prima alla mattina, a differenza delle passate edizioni stavolta si aveva la sensazione che davvero sarebbe stata una sporca corsa combattuta senza esclusioni di colpi sino alla fine, la posta in gioco era alta e molti erano ancora in grado di vincere il tour, ma bisognava sfiancare gli avversari oltre che se stessi.   Il primo passaggio prevedeva di arrivare a Comano per risalire il passo della morte e ridiscendere verso la forra delle gole del limarò,poco prima grazie ad una buca insidiosa ben cinque concorrenti bucarono, alcuni entrambe le ruote, un percorso assai suggestivo e impegnativo dove Enriquez quest’anno privo di un allenamento sufficiente capì di non poter eguagliare le prove passate dove aveva sempre dominato, i crampi lo avevano già azzoppato.   Dopo esser ritornati ad Arco i resti del gruppo iniziale si diressero in braila, poi giù di nuovo e si rilanciò a Pregasina per tornar giù intorno alle 23, ora il gioco diventava duro e chi voleva vincere doveva osare, ci fu un rilancio lungo un sentiero alquanto tecnico che arrivava nei pressi di Pergolese, lì ci fu un contenzioso sulla scelta del percorso, segno che la tappa si era messa davvero dura.   Ciccio che in caso di arrivo in solitaria, giocando la soccia’l che gli era rimasta avrebbe vinto probabilmente il tour, si dichiarò fuori da un gioco diventato improvvisamente pesante, Ciucciarodelle idem, e per finire Enriquez pervaso da crampi e dolori di ogni tipo gettò anche lui a malincuore la spugna, erano le 3 del mattino.   Rimasero la Levera, Coci e Capitan uncino, che ora grazie alla soccia’l card ancora non giocata aveva il dovere di provarci, decisero di andare in troiana, ma il capitano aveva detto che dopo si sarebbe potuto andare sin su a vallestrè, peccato che la sua dichiarazione sia stata un po’ “sottovoce”, e gli altri due gli contestarono questo quando all’alba dissero che poteva bastare, lui proseguì fermando il nuovo record della corsa a 27 ore in sella, mandò una foto da lassù e diventò il leader assoluto del tour aspettando il verdetto finale della tappa ribaltata.

E venne il momento fatidico del sorteggio della tappa da ribaltare, le probabilità di vittoria davano favorito il capitan uncino, a seguire Ciccio graziani e Walter l’ombroso, la dea bandata premiò il capitano e la classifica finale lo vide per la prima volta vincitore del tour de pance per una manciata di punti sullo sfortunato Ciccio, i “ne carne ne pesce” tornarono a vincere ai danni dei “big-oli”, l’illusione di poter far vincere per una volta la fascia “pro-tetta” svanì, ci sarebbe voluto ben altro.

ANNO 2014   ” SOTTO IL SEGNO DEI PESCI “

Far decidere ad un pesce le sorti di una corsa a tappe in bicicletta ci sembrava una cosa simpatica, forse al pesce un po’ meno, ma cotto per cotto, almeno quel pesce sarebbe stato famoso, tanto amato da chi avrebbe regalato il titolo quanto odiato da chi l’avrebbe pescato….    L’anno 2014 forse un po’ meno innovativo del precedente, è stato voluto più qualitativo, ovvero scegliendo tappe che nel passato hanno fatto più divertire abbinandogli qualche prova inedita e naturalmente non facendo mancare un probabile colpo di scena finale che poi realmente avvenne.   Tanti i pretendenti al titolo finale, uno su tutti il Ciucciarodelle che dominò letteralmente la manifestazione, e quando sembrava cosa ormai fatta, la beffa finale, la cosa più assurda fu quella che chiunque avesse pescato il pesce più pesante avrebbe quasi sicuramente vinto, tranne lui!   Per una strana e grottesca coincidenza finì in squadra con quello che gli soffiò il tour, di nuovo il Capitan uncino, doppietta per lui riuscita in passato solamente ad un certo Cannibal, ma tra i due le differenze  nei modi di conquistare il TDP sono state abissali.

Non c’è di meglio di una caccia al tesoro per iniziare in bellezza un tour de pance, magari in forma un pochino ridotta per evitare che alcuni personaggi ancora fuori forma possano schiattare, un giro in “busa” senza troppi dislivelli, qualche indizio peperino e un finale surprise.   Il Ruga è sempre stato un maestro nel preparare la tappa e anche questa volta fece divertire tutti, in questo caso l’ultimo indizio consisteva nel trovare una fetta di torta nel locale assegnato, e formare a squadre arrivate la torta di compleanno con tanto di candeline accese della compagna del Capitan uncino, maglia gialla uscente della passata edizione.   La prova fu vinta dalla squadra di: Yeppa,Bughi,Heydi,El tribula e Taeng mo, nota di colore, l’ultima squadra si perse come da tradizione, famoso fu l’aneddoto del mitico tom tom del Verdurer che lo tradì anche in questa occasione.    In maglia gialla finirono Taeng mo e Bughi per una somma di punti attribuiti dalla somma della tappa e un uscita solidale sulla Ponale, che però non tutti avevano potuto disputare, era solo l’inizio.

Con la crono non si scherza, ognuno cerca di trovare un punto di riferimento per non mollare, una fatica che seppur breve è di difficile gestione, c’è chi parte in “tromba” e finisce “trombato” e c’è chi più saggio degli altri parte più piano e finisce meglio, ma in tutti i casi si finisce con una bella tosse.   Questa volta si trattò di un tracciato inedito, piatto ma lo stesso da affrontare in apnea, partenza dalle sarche e arrivo a Pergolese, i distacchi furono non abissali ma resero l’idea delle diverse condizioni dei partecipanti.   Vinse un volto nuovo, un certo Sudomagodo che poi svanì nel nulla, al secondo posto si piazzò l’inossidabile Walter l’ombroso e subito dietro l’altro osso: Ciucciarode.   Vennero distribuite le “soccia’l card ” come consuetudine, e per la prima volta la maglia gialla di leader migrò fuori regione a Malcesine sulle spalle di Bughi.

A metà giugno, al sorger del sole l’allegra compagnia del TDP si ritrovò per affrontare la classica del lago di tenno in versione alba, occhi striati di rosso, qualche pigiama e tanta voglia di arrivare il prima possibile, a quell’ora la concezione di fatica la digeriscono in pochi.   Poi come sempre alla fine tutti rimasero contenti, la magia dei primi raggi di sole che scaldano la schiena ancora indolenzita dallo sforzo, insomma a volte è necessario farsi violenza un pochettino per assaporare la bellezza di certe situazioni, e questo al tour sono stati abituati bene.  Fu una tappa caratterizzata dal incredibile numero del Ciucciarodelle, frantumò il record di un minuto appartenente al Turbo e mise tutti in fila facendo registrare  27 minuti per arrivare al laghetto di tenno alle 6 del mattino!!  Lì tutti capirono che il Ciucciarodelle sarebbe stato il numero uno, almeno sulla strada, Taeng mo si giocò la “soccial’ ” e si godette la prima posizione in classifica per un po’, alle sue spalle un bel partère de roix pronto all’attacco della maglia.   Ma quella mattina rimarrà impressa a tutti per un altro motivo, purtroppo nella discesa che ne seguì dopo aver fatto colazione assieme al castello di Tenno, Ciccio Graziani fu investito da una macchina che gli tagliò la strada, ne seguirono attimi di apprensione sino all’arrivo dei soccorsi, si tirò un sospiro di sollievo solo dopo aver avuto notizie confortanti, non era in pericolo di vita, ma per lui iniziò un lungo calvario di cure riabilitative, tutto il TDP  era con lui e lo avrebbe aspettato.

E allora per tornare con i piedi per terra, anzi sulla sabbia, riecco il vecchio gioco delle biglie, una serata di mezza estate e un posto da favola affacciato sul lago di garda.   La pista, che sembrava meno insidiosa degli anni passati, alla fine risultò indigesta a molti, ma senza ostacoli non sarebbe stato così divertente, in fondo i ponti, il pavè, le montagnette fanno parte della cultura ciclo-bigliesca, per far rotolare una biglia dritta sono tutti capaci…   Dopo le batterie di qualificazioni per la finalissima già ci furono delle sorprese eccellenti, ma è nella finale che poi El verdurer sbaragliò la concorrenza, Coci e il Ciclone dovettero accontentarsi dello sprint per il secondo posto, El verdurer tornò a vincere una tappa, non più alla crono ma con il tiro saltellante della sua biglia, da quel momento più di uno pensò che volesse vincere il tour.   Ciucciarodelle grazie al suo buon piazzamento vestì la maglia gialla, ma vicinissimi Enriquez e il Verdurer gli soffiavano il fiato sul collo.

I commenti sono chiusi.