In guerra il nemico si combatte senza esclusioni di colpi, ma quando ti trovi insieme a lui in una trappola mortale, potresti diventare addirittura suo amico, alla ricerca comune della salvezza…..
Si sprofondava lentamente ma inesorabilmente , le sabbie mobili non perdonano, più ti agiti e più ti vengono a mancare le forze e il terreno sotto i piedi, erano ormai gli ultimi tentativi per superare quel maledetto ponte tibetano, i quattro sciagurati si aggrappavano solamente alla promessa dell’ingeniere, se avesse superato l’ostacolo li avrebbe tirati fuori di lì. Lui riuscì con un colpo di reni della disperazione a sorvolare il ponte, la sua creazione aveva mietuto vittime illustri ma non immaginava di rimanere intrappolato anche lui, non lo sfiorò nemmeno e si levò un urlo di gioia e speranza nel pantano dei disperati, “Bravo, grande! dicci come fare ora, facci uscire!” ma di rimando nessuna risposta, l’ingenier Tribula si era già dileguato tappandosi le orecchie dai rimorsi. Il Ciucciarode, l’Aldo G e L’ombroso non potevano crederci, con la sabbia ormai sotto il mento non poterono far altro che imprecare, le loro urla di rabbia suonavano ancor più tragiche col rimbombo dell’eco, mentre l’ingeniere cercava di accodarsi facendo finta di niente al gruppo. Se fossero usciti di lì gliel’avrebbero fatta pagare cara, lui lo sapeva e così lasciò cadere un candelotto esplosivo dietro le sue spalle per far tacere i rimorsi. Non si sa come, ma alla fine riuscirono a sopravvivere, si dice che uno di loro scavò un tunnel sotterraneo, alcuni dissero di averli visti volare, ma è verosimile pensare che il ponte crollò prima della fine, e che loro arrancarono con le ultime energie rimaste. Al traguardo ci fu la conta, ogni volta che lo speaker giullare scandiva i nomi degli altri tre, l’ingeniere camuffava la voce in falsetto dichiarandoli presenti, tra tutto il vociare e le polemiche non si capiva niente, solo lo speaker continuava a cercare con lo sguardo uno dei tre. Tra i barconi galleggianti legati assieme all’arrivo spuntarono delle strane bolle d’aria, il fiume putrido e le luci fioche della sera non permettevano di scorgere quelle sagome, Come una carpa imbronciata il Ciucciarode sputò acqua mista a fango riemergendo, afferrò il polpaccio del Tribula e lo trascinò nella melma, L’ombroso fece il resto, ma prima che si consumò la tragica vendetta sul fiume, lo speaker si tuffò a sua volta col megafono acceso, lo salvò da una fine certa, ma la punizione che gli venne inflitta se la ricordò per tutta la vita. Certi personaggi espiano le proprie colpe facendo lavori socialmente utili, il Tribula da qualche anno mette a servizio il suo genio gratis alla ” Lego”, costruendo ponti tibetani per i più piccoli.