Nel cuore del Parco delle Busatte, quel luogo incantato sopra Torbole dove la pineta incontra la vista mozzafiato del Lago di Garda, ogni anno si svolgeva l’evento più atteso: il Grande Gioco dell’Oca dei Cinghiali Danzatori. Ma quest’anno, la tradizione aveva preso una piega ancora più inaspettata, trasformando l’intero evento in un tripudio arabeggiante.
Invece che sul solito prato, il gigantesco tabellone del gioco dell’oca era stato allestito direttamente sul campo da basket del parco. Le linee bianche e rosse del campo delimitavano le caselle, e il cerchio di metà campo fungeva da punto di partenza ideale. Un’immagine surreale: cinghiali robusti, abbigliati con veli luccicanti e gonne fluttuanti da danzatrici del ventre, si muovevano con goffa eleganza tra la linea dei tre punti e la linea del tiro libero.
L’aria stessa era pervasa da un profumo esotico. Ai bordi del campo, su tovaglie stese tra gli ulivi secolari, era stato allestito un vero banchetto. Piramidi di couscous fumante si alternavano a vassoi stracolmi di piatti speziati dai colori vivaci: stufati di verdure aromatiche, spiedini di frutta esotica e dolcetti al miele. E, in abbondanza, botti e fusti di birra locale, che i cinghiali sorseggiavano con gusto tra una mossa e l’altra.
Il cinghiale sultano Ciaram, maestoso e imponente, presiedeva la partita da un trono improvvisato fatto di panchine del campo, le sue zanne massicce adornate da perle finte. Al suo fianco, l’efficiente Tarci, il cinghiale incaricato di tenere il punteggio, armeggiava con una lavagnetta, i suoi occhiali da lettura posati sul naso. Tarci era noto per la sua precisione quasi maniacale, un vero contabile del bosco, che di tanto in tanto si concedeva una rapida zannata a un dattero ripieno.
Ogni volta che un partecipante atterrava sulla casella “Karaoke” – spesso proprio in corrispondenza del canestro – il bosco circostante e le vicine scalinate panoramiche risuonavano di grugniti melodiosi e acuti strilli, che si mescolavano al tintinnio dei veli e all’aroma delle spezie. Fu il turno di Walter Zanna Lucente, una giovane cinghialessa particolarmente agile e nota per la sua voce squillante, di finire proprio sotto il tabellone. Con un microfono fatto di un ramo e una foglia, intonò una versione roca ma irresistibile di una serenata, mentre faceva roteare la sua pancetta adornata di lustrini.
Il Gran Finale Alcolico e l’Inattesa Sorpresa
Al calar della sera, con le luci del Lago di Garda che cominciavano a brillare in lontananza, il gioco si concluse con un’ultima abbuffata di dolci. Ma fu proprio a quel punto che gli ettolitri di birra bevuti durante il giorno iniziarono a creare il loro inevitabile sconquasso.
Con la coordinazione ormai precaria e l’umore alle stelle, i cinghiali, ormai più brilli che danzanti, iniziarono una serie di buffe cadute. Un velo si impigliò nel canestro, trascinando giù un cinghiale che cercava di liberarsi; un altro scambiò la linea di metà campo per un trampolino e tentò un salto improbabile, atterrando con un tonfo comico. Schizzo il Setolone Selvaggio, in un impeto di euforia, cercò di fare una piroetta acrobatica, finendo per inciampare su una piramide di couscous. Il cinghiale sultano Ciaram, solitamente così composto, barcollava leggermente sul suo trono, mentre Tarci, con la sua lavagnetta ormai illeggibile, rideva a crepapelle, le sue risate più rauche del solito.
Fu in questo clima di allegro caos che la loro attenzione fu catturata da un movimento inaspettato. Una vigilessa parcheggiatrice, con la sua divisa impeccabile e il taccuino in mano, si aggirava nei paraggi, probabilmente richiamata dal baccano e dall’odore di birra e spezie che si diffondeva nell’aria.
Schizzo il Setolone Selvaggio, in preda a un’ebbrezza giocosa e forse ispirato da qualche antica leggenda del bosco, la vide come l’ultima e più esilarante delle “prede” della serata. Con un guizzo inaspettato di agilità, nonostante i veli e la birra, si precipitò sulla povera vigilessa, la afferrò delicatamente ma con decisione e se la portò via di corsa, sparendo nella penombra della pineta.
E il Vincitore è…
Tra il frastuono dei veli, il tintinnio dei monili e le ultime risate per l’inatteso rapimento, il cinghiale sultano Ciaram si schiarì la gola. Con un grugnito solenne, nonostante il leggero barcollio, annunciò il vincitore: era 8 Zanne, il cinghiale più astuto e fortunato del gruppo, che con un ultimo tiro di dadi era atterrato con grazia sulla casella finale. 8 Zanne, con le sue otto temibili zanne che spuntavano orgogliosamente, accettò la vittoria con un’espressione soddisfatta, avvolto dal ricordo di un’atmosfera davvero arabuciante e di un finale memorabile e decisamente… turbolento!
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