2021 “LA GRANDE CORSA”

Il 2021 sembra essere l’anno delle grandi scommesse, quello appena trascorso invece si era concluso con un “Fangala” collettivo, e non solo per quello che riguardava il tema del nostro mitico tour, ma anche come espressione comune per definire la temporada pesante che tutti hanno dovuto passare. Detto questo il TDP è riuscito ad andare avanti ugualmente nonostante qualche privazione iniziale sul fatto di ritrovarsi assieme, sia anche per gli appuntamenti più ambiti come la cena iniziale che quella finale, ma poi le cose sono andate per il verso giusto sino alla fine del tour, giusto in tempo per poi ritornare nei nostri gusci. Dicevamo delle scommesse, bene, quelle della scienza sono state fatte coi vaccini in tempi record, i risultati li vedremo col tempo e così siccome l’attualità è sempre stato il nostro pane, anche noi vogliamo partecipare a queste scommesse, a modo nostro s’intende..

Le prove dell’edizione di quest anno che andremo ad elencare saranno abbinate ad un vaccino che voi dovrete scegliere  ( virtualmente ..) e dichiarare prima del via del edizione su ogni tappa, si può puntare anche tutte le tappe con uno solo di essi o a scelta vostra variegando ( a parte quella delle bocce e quella finale della caccia al tesoro ).  A prova conclusa ogni concorrente dovrà tirare due dadi, il primo raffigurante i tre vaccini ( i nomi dei vaccini made in TDP ve li forniremo a breve..) in palio ( un vaccino su due facce del dado dal momento che il dado ha sei facce ), l’altro dado avrà raffigurato invece un punteggio su ogni faccia partendo da 25 punti a scalare di 5, la sesta faccia sarà 0 punti ( in quel caso rimane il punteggio acquisito in gara)  Attenzione perchè se il concorrente che tira i due dadi non pesca il vaccino scelto in precedenza, di conseguenza il punteggio del altro dado non varrà nulla e quindi anche lui dovrà accontentarsi del punteggio di gara.  Discorso diverso per quelli che si piazzeranno nei primi cinque di ogni tappa, i famigerati big, i quali avranno un dado con punteggi più bassi ( 5-4-3-2-1-0 punti) da abbinare sempre a quello dei vaccini, questo come sempre per dar modo a tutti di rimanere in gioco (si spera) sino alla fine.  Ma non finisce qui, se tutto andrà per il verso giusto avremo quest anno anche una cena finale, che davvero ci manca come il pane, e sarà in quel momento che ci sarà il colpo di scena immancabile, ovvero il ritiro dal mercato di uno di questi tre pseudo vaccini che qualcuno di noi avrà scelto in una o più tappe (scompariranno d’incanto tutti i risultati acquisiti nel dopo tappa tramite il tiro dei dadi con quel vaccino), solo allora i nostri contabili stileranno quella che sarà la vera classifica finale con il nuovo re del Tour de pance 2021, auguri….

LA GRANDE CORSA

1) Crono dell’ oltra zeneca 3 km circa su terreno misto, di conseguenza una mtb è consigliata  8/05/  ore 15 e 30

2) Classica di Tenno torna la salita simbolo del TDP che comincia a mettere tutti in fila, rigorosamente distanziati..  22/05  ore 15 e 30

3) Duello all’alba consueta levataccia dalle grandi emozioni sul tracciato delle marocche delle ultime edizioni con partenza da Dro, poi colazione ad Arco  5/06  ore 6 e 30

4) Che bocce ! dopo il successo dell’anno scorso, si ritorna al bocciodromo, questa volta sfide singole con batterie veloci , per spezzare il fiato…

5) Rif. s.Pietro ( via bastiani con partenza dal varone ) la cima Coppi di quest’anno da una via inedita e spettacolare, possibile una cena al termine della prova

6) Duathlon del castello (a piedi via gola, in bici da volta di no’) riedizione del 2019 ma questa volta tutti assieme, ogni coppia sorteggiata potrà decidere al suo interno chi farla a piedi e chi in bici, si sommeranno i tempi

7) Malga cita inedita prova con partenza dal depuratore di biacesa lungo la ciclabile di ledro, poi dal pur sino alla malga, anche qui al termine probabile cena

8) Caccia al vaccino come tradizione delle ultime edizioni non poteva mancare la divertente prova a squadre che sarà a tema, qui si avrà un vincitore sub judice in attesa del temuto ritiro del vaccino alla cena finale…

Abbiamo aspettato molto quest’anno prima di uscire allo scoperto, rieccoci qui, non avremmo potuto lasciarvi in balia degli eventi, ma non è da noi, vi abbiamo svezzato sin dalla prima zannetta da latte che vi è spuntata, per passare ai primi compiacimenti davanti allo specchio per i vostri polpacci che dal flacido iniziale cominciavano a scolpirsi, ora cari cinghiali dovete rialzarvi, appoggiare il vostro sederone di nuovo su quella sella e riappacificarvi ancora una volta con il vostro fottuto pancione, forza e coraggio, il letargo sta per finire !

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UOMINI E CAMALEONTI

Qualche anno fa quando per la prima volta sentii quella fottutissima frase: niente sarà come prima, forse mi spaventai ma non avrei mai immaginato che tutti noi ci saremmo abituati alla velocità esponenziale dei mutamenti.  Ricordo quasi con tenerezza quando il mio cane, ormai stressato dalle innumerevoli uscite giornaliere, mi guardava nervosamente e sospettoso con l’artrosi galoppante a furia di alzare la gambetta per pisciare, quei momenti di aria sottile rubati alla quotidianità dei 70 metri quadri riuscivano a riempire i polmoni impauriti dagli eventi. Durò quel che durò, non fu poi così male, il tour sopravisse dignitosamente tra fiction e la ritrovata realtà precedente, gli umani e le bici si riappropriarono gradualmente gli spazi a loro crudelmente sottratti, i cani tornarono a ingrassare e a pisciare sui pianerottoli delle scale. Quell’anno il tour lo vinse a sorpresa il Mago, dico a sorpresa perchè in una edizione quasi totalmente virtuale ci si aspettava vincesse finalmente un outsider, paradossalmente però il mago ingrassato di almeno 10 chili causa una quarantena a base di puntine, salcicce e ogni ben di Dio, fece man bassa della fortuna e sbaragliò la concorrenza calando così il poker di vittorie,iniziava per lui la nuova epoca quella del camaleonte. Durante l’inverno successivo le prime avvisaglie, quella volta non fu un fottuto virus a sconvolgere il pianeta, ma strane tempeste magnetiche che causarono prima black out a macchia di leopardo sull’emisfero poi vera e propria mancanza di energia elettrica e di telecomunicazioni, un altro film di fantasy horror già visto, ma nello schermo e non nella realtà, tutti allora gridarono all’unisono “Ecco l ‘avevamo detto che stavamo uccidendo il pianeta”, ma pochi di loro avevano realmente fatto qualcosa perchè non accadesse, e stavolta dalle finestre e dai balconi delle abitazioni nessuno cantava più inni o canzoni d’amore, solo bestemmie e imprecazioni di ogni tipo. In qualche modo si arrancò anche questa volta con mille difficoltà ma si uscì in qualche modo, con le ossa rotte magari, segno che l’adattamento alle mutazioni continue si stava assimilando, un assistere passivamente alle punizioni che qualche entità strana stava infliggendoci, e come la vita continuava così anche il tour non demordeva, i personaggi del TDP ce la misero tutta per onorare ancora la manifestazione e ci riuscirono anche stavolta, il Mago trionfò ancora, era diventato vegano e faceva parte di un gruppo attivista che sparava a vista ai furbetti che non facevano la raccolta differenziata, a quel tempo, quasi tutti di colpo erano diventati rifiuti umani ecosostenibili, pronti a denunciare il vicino se sprecava l’acqua o teneva la luce accesa più di un ora.  Finì anche quella emergenza, o forse è meglio dire che lasciò il posto a quella attuale del caos, parola così chiamata dai filosofi grechi per descrivere il disordine universale degli elementi, ma nel caso specifico degli umani si applica in quello creato da loro.  Nell’uomo serpeggiò la paura dell’estinzione e così ebbe la malaugurante idea di clonare se stesso, cadde definitivamente l’etica morale e genetica, e la liberalizzazione sugli esperimenti ebbe la meglio, non fu una bella idea per redimersi dai malanni precedenti, per fortuna pochi di questi cloni sopravviverono, uno di questi però fu quello che comprò il Mago, gli anni a venire non ebbe rivali al tour. Non sono bastate all’umanità guerre inutili,flagellazioni masochistiche a discapito del loro pianeta ? Forse no, forse davvero stiamo aspettando un essere venuto dallo spazio che ci metta tutti d’accordo, speriamo che ci sappia indicare una via migliore, che sia benevolo e abbia pietà di noi, speriamo inoltre che apprezzi anche lui salcicce e puntine e che batta finalmente il Mago….

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IL TOUR DEI FANGALA

Una ventina di anni fa, durante un viaggio di carattere antropologico nella penisola indocinese nelle vicinanze del sito archeologico di Ankor vac fu ritrovato un reperto eccezionale, un simil velocipede rudimentale di epoche precedenti alla civiltà Kmer.  Attraverso successive testimonianze si scoprì che questo mezzo assai rudimentale, assemblato con telaio in bambu’, ruote lenticolari costruite in legno di enormi piante di ficus e liane,serviva inizialmente come mezzo di spostamento.  Inoltre le testimonianze locali affermavano che l’ideatore di questi marchingegni fosse un certo Malik Maluk, arrivato dalle lontane malesie e diventato poi capo del popolo dei fangala, da non confondere con la popolazione omonima che vive che sub sahara sudanese.  Questo personaggio riuscì a trasmettere le sue conoscenze in materia e fece costruire poi le strane biciclette con le quali i maschi si sarebbero in seguito sfidati spingendo a piedi questi bizzarri mezzi sulla collina che sovrastava il villaggio, tali prove avevano lo scopo di mostrarsi piu’ forti e conquistare il cuore della promessa moglie.  E mentre arrancavano su asperità polverose, lanciavano quelle che ora sembrerebbero imprecazioni e gesti volgari, ma che invece erano segnali di buon auspicio alla loro divinità, i Fangala appunto.   I vari personaggi impegnati ad affrontarsi sulla collina si dimenavano e gesticolavano, ricordando spesso il nostro segno dell’ombrello o le corna al cielo con le dita, strane coincidenze che ancor oggi si possono vedere in occasioni di antisportivismo, ma quelle furono storie ben piu’ nobili.  Fu cosi’ che grazie a questa interessante scoperta, il ricercatore penso’ di riportare in auge le strane tradizioni di questo popolo, riproducendo le stesse prove con biciclette moderne, tralasciando pero’ quello che per i Fangala era l’obiettivo finale, il matrimonio….e fu subito Tour de pance.

1) LA CRONO DEI TAMBURI  18/04 ore 15

Inedita prova di crono con partenza uguale all alba delle marocche e arrivo al campo del tamburello, per stabilire le gerarchie della strada senza sorprese

2) LA CLASSICA DEI FANGALA  ( Tenno)  09/05 ore 15

Da sempre la prova di forza sulla salita al laghetto di tenno, ma al termine della tappa occhio agli scambi che la formula Fangala offrirà….

3)  LAGHEL RING  06/06 ore 6 e 30

Solita alzataccia con le prime luci dell’alba,  questa volta per affrontare la salita dalla chiesetta di Laghel a destra e chiudere l anello arrivando ancora alla chiesetta, ancora formula scambio al termine della tappa.

4)  IL PALLINO DEI FANGALA  17/06 ore 19

L ‘uomo sin dall ‘antichità ha sperimentato giochi di ogni genere, quello delle bocce si presta per tutte le età, e allora tutti al bocciodromo per il tappone virtuale di quest anno, e pasta party!!!

5)  RITORNO A TROIANA  01/07 ore 19

La cima Coppi di questa edizione ritorna in un posto molto caro ai vecchi fasti del passato dei Fangala, anche qui varrà la formula dello scambio

6) B-RIONE  29/07  0re 19 ?

Altra prova di giochi inedita, prima ci si sfiderà su un tracciato di gimcana ai piedi del Brione, poi trasferimento alla festa del rione, dove prima di abbufarsi ci si affronterà con le freccette, le 2 prove insieme potrebbero ribaltare ancora i verdetti della strada..

7)  DUATHLON DEL BASTIONE  05/09 ore 15

Già affrontato qualche anno fa,  questa prova prevede prima la salita sino al bastione in bici per poi proseguire a piedi fin su alla tagliafuoco e arrivo di nuovo al bastione, qui niente sorprese chi è lento rimane dietro..

8) CACCIA AL TESORO DEI FANGALA  26/09 ore 15

Consueto finale elettrizzante con la prova della caccia al tesoro, ma non sarà finita qui, i Fangala incoroneranno il loro re soltanto alla cena finale tramite la ruota della fortuna!!

Date, formule con i vari punteggi per la classifica generale, (che quest anno sarà a punti) saranno pubblicati a breve.   Durante la cena iniziale si assegnerà la prima maglia gialla premiando il più anziano dei Fangala, con ordine di punteggio sino al più giovane.

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SFIDE PERICOLOSE

Passata e’ la tempesta odo augelli far festa.
Sautè era in preda ad uno dei suoi incubi più feroci, la sera prima aveva appena terminato la registrazione della trasmissione fornelli calienti , l’ennesimo format che andava in onda ad ore impossibili della notte, dove cuochi sull’orlo di una crisi di nervi si sfidavano cucinando in modi impossibili.
Neanche un tuono che sconquassò l’intero quartiere riuscì a svegliarlo, era completamente sudato e si girava nel letto coi tempi esatti coi quali girava i suoi arrosti, lui ci sapeva fare ai fornelli, ma al giorno d’oggi non bastava più essere un bravo cuoco.
Nonostante lui detestasse tutte quelle trasmissioni che avevano legittimato qualsiasi pivello a sentirsi uno chef pluristellato, fu costretto anche lui a gettarsi nell’arena, ma questa volta portare ricette, bensì un nuovo metodo sconvolgente per cucinare, per realizzare il suo progetto si allenava così tanto che la sera collassava direttamente in branda .
Era riuscito ad arrivare in finale in un percorso che lo aveva visto facilmente vincitore nelle fasi preliminari, aveva battuto un concorrente che cucinava in preda al LSD, un mach esilarante durato pochissimo, dopo ne aveva superato un altro che si cimentava a confezionare cibi in assenza di gravità,finito poi nel suo impasto a centrifugare per ore, poi nella semifinale aveva trionfato anche col candidato numero uno per la vittoria finale, uno chef dalmata che sfornava meraviglie culinarie completamente al buio ma che ha avuto la sfortuna di inciampare nella macchina sottovuoto ed infine finire insacchettato per bene..
Ora però doveva alzare l’asticella perché per lo scontro finale doveva vedersela col famosissimo chef giapponese Son tut en tai , uno che riusciva ad affettare al volo animali e renderli sushi e sashimi ad una velocità incredibile, aveva riscosso un successo fortissimo nel pubblico, sautè doveva superare se stesso, avrebbe ottenuto quell’agoniata cottura diel roast beaf senza ausilio di forni convenzionali, solo con l’energia sprigionata dalle sue leve pedalando sino allo sfinimento.                                                                                                        Quella mattina si svegliò consapevole di aver dormito malissimo, l’incubo del suo avversario che trafiggeva tutto e tutti compreso lui lo aveva atterrito, fece colazione cona una red bull calda e una ventina di banane poi si diresse agli studi televisivi.  Il forno che si era fatto costruire era azionato tramite una enorme bobina che si surriscaldava attraverso un complicato marchingegno azionato da una semplice ma devastante pedalata, Sautè sarebbe stato il motore umano, ma dentro di lui sapeva che per arrivare alla cottura di quel roast beaf ci sarebbero voluti almeno dieci persone che pedalavano simultaneamente.        Fu sorpreso e sollevato quando davanti alla sede televisiva vide lo chef giapponese circondato da una cinquantina di animalisti che avevano tutta l’intenzione di affettarlo, tirò dritto e si diresse al secondo piano dove il conduttore della trasmissione si trovava in una posizione innaturale, lardellato e aromatizzato al punto giusto, sotto gli occhi privi di pietà di tutti gli altri concorrenti eliminati nella serie precedente, Sautè annuì e tornò sui suoi passi rinunciando alla cottura che lo avrebbe incoronato “Chef impossibile 2019″, smontò la macchina e pedalò con parte di essa verso casa, il tour lo avrebbe riaccolto.

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VERECUNDIAM GLADIATORES

La plebe osservava ogni movimento dei muscoli facciali sul volto assolutamente imperturbabile di Tarcisius,sull’altra gradinata a pochi metri di distanza Octavio anch’esso scrutava ogni minimo movimento del suo compare, ma non voleva farsi notare e agitava uno stendardo con l’effige di una corona e un laghetto turchese di montagna con un isoletta, tutti i gladiatori compreso il suo attendevano la sentenza di Tarcisius in silenzio.
Mirkus, chiamato anche il mago,era uno dei gladiatori più irriducibili, ma le ultime battaglie lo avevano reso un po’ più vulnerabile, si teneva la mano premuta sulle costole, ma allo stesso tempo lanciava occhiatacce di sfida in direzione delle tribune, Octavio alzò un calice di vino e invitò a fare lo stesso ai suoi convinto della vittoria del suo gladiatore, il possente Danielis un macedone nerboruto che aveva riportato il trofeo più ambito sulle terre conquistate da Octavio.
La tribù dei Ciuccias, proveniente anch’essa da terre lontane era momentaneamente alleata ad altri gruppi tribali per sottrarre l’ambito trofeo che gli avrebbe garantito prosperità nel commercio di strane bighe,ma la tregua sarebbe durata poco, lo sapevano ed erano pronti a scattare al primo avviso di tradimento, già in passato avevano tentato di isolare gladiatori come walter ombrosus, loro antico rivale, ma quelli della antiquis glorias li avevano ricacciati nelle terre shimano, non aspettavano altro che potersi vendicare di costoro, ma prima bisognava portare a termine la missione.
A un certo punto una delle guerriere più ardite, Jesca saltò in corsa sopra una cavallo bardato di speroni e si lanciò urlando verso un gruppo alleato munito di cerbottane da caccia, venne però placcata dai gallias che la riportarono alla ragione, l’attesa spasmodica non tutti la reggevano, Tarcisius doveva sbrigarsi, anche Henricus lo sapeva e anche se sapeva che il suo fido contabile stava facendo il suo lavoro, temeva un massacro anticipato nell’arena senza che ci fosse un verdetto.
A differenza dei mortali combattimenti che si tenevano al colosseo, quelli non si concludevano solo con la morte o la grazia, niente pollici alzati o abbassati, qui il sommo giudice del combattimento mostrava solo tre colori, giallo rosso e verde, per qualcuno a dir la verità uno di questi colori poteva davvero significare la fine, specie tra gli alleati, che sicuramente avrebbero addossato il fallimento agli altri gruppi tribali.
Tarcisius sebbene in passato aveva assoggettato molte tribù, era rispettato da tutti, anche dal suo eterno rivale Octavio, ma ora le lro sorti erano divise ancor di più, la conquista del trofeo dei Tennus terram minava anche il suo regno, avrebbe potuto falsare il risultato dei combattimenti se avesse voluto e neanche il più acuto osservatore lo avrebbe stanato, nonostante ciò l’onestà intellettuale che lo distingueva risultava sempre credibile, Henricus poi non lo pressava più di tanto visto che era impegnato a sbafarsi ogni ben di Dio con il malloppo alimentare offerto dalle altre tribù alleate.
Danielis, apparentemente illeso dall’ultimo combattimento con Mirkus e altri due Ciuccias, non abbassava lo sguardo anche quando un lancio di ortaggi lo colpì sulla fronte, Silvius usava sempre questa tattica per intimorire i suoi avversari, la plebe sulle gradinate ruppe il silenzio e cominciò a ululare nervosamente, fu a quel punto che Tarcisius alzò di circa un millimetro il sopaciglio destro, fu di nuovo il panico, qualcuno dei Gallias, quello alto due metri, svenne tradito dall’emozione.
Dalla tunica di Tarcisius spuntò il cartellino giallo all’indirizzo del gladiatore Danielis e quello rosso per gli alleati, la folla emise un boato che fece tremare l’arena e Octavio fece un altro brindisi all’indirizzo di Tarcisius ed Henricus, era certo della vittoria, per vincere bisognava misurare l’entità delle ferite e rotture dei contendenti sul campo di battaglia, il colore rosso mostrato agli alleati avrebbe modificato positivamente solo in parte l’evidente disfatta dei loro gladiatori pestati duramente da Danielis e i suoi, mentre il giallo ribadiva quei pochi graffi che aveva riportato quest’ultimo.
Mirkus non potè certo nascondere le ferite riportate alle gambe, alle braccia nonchè le costole già spezzettate e pronte da cuocere, Walter l’ombrosus oltre che seriamente ammaccato aveva perso la memoria e continuava a domandare dove si trovasse, i due rimasti dei Ciuccias erano piegati in tre parti e si sorregevano ai superstiti delle altre tribù, anch’essi conciati male.
A molti però non era sfuggito che Danielis non si era mai voltato ed era appoggiato alla maestosa biga Tenniesis, ora era arrivato il suo turno, doveva spogliarsi dell’armatura e mostrare il tutto, sembrava ormai una formalità visti i graffietti sul nasone ma non fu così.
Quando fu invitato a girarsi si scoprì la gravità e il disonore di quel marchio a fuoco inflittogli, la natica sinistra riportava la scritta SUBSTANTIA, mentre la destra ancora friggeva con la scritta VENTRIS, chiaro simbolo a cui la setta di Tarcisius faceva capo.
Octavio sputò il vino che stava sorseggiando e innaffiò inavvertitamente il il suo guerriero vichingo Karlok, la giuria non potè che dare la vittoria agli alleati che comunque non trovarono mai pace tra di loro nel corso degli anni a venire, mentre al mistero del marchio, beh, ancora adesso a distanza di secoli mai fu ritrovata una pergamena che spiegò chi fu l’artefice di quell’atto, qualcuno dice che Henricus al tempo avrebbe offerto 300 barili di birra al gladiatore macedone in cambio di una sconfitta a tavolino, ma questa è accademia…

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GIALLO, ROSSO E VERDE

Rappresentano i colori del semaforo, si’ anche, ma nel caso nostro questi tre colori rappresenteranno speranze, gioie, o anche dolori per il raggiungimento dell’obbiettivo finale, ovvero l’ambito trono del re del Tour de pance.

Le varie prove che vi andremo a svelare si misureranno a tempo come nella scorsa edizione e la classifica generale di conseguenza sarà stilata via via sommando i tempi d’arrivo di ogni tappa’ non ci sarà nessuna time card, ma al termine di ogni prova i primi dieci classificati pescheranno i famigerati tre colori con vantaggi e svantaggi in termini di tempo che di seguito vi quantificheremo, mentre il resto della ciurma pescherà i tre colori ma solo a vantaggio.

Andiamo quindi a vedere cosa rappresentano i tre colori menzionati: il giallo sarà uguale a zero e quindi chi troverà questo colore rimarrà col suo tempo fatto registrare all’arrivo della tappa in questione, se troverà il colore rosso incapperà in una penalità o un vantaggio di media entità (nel caso di quelli che si piazzeranno dal undicesimo posto in poi) di alcuni minuti che a breve vi diremo su questi schermi, se invece pescherà il verde (vale lo stesso discorso del rosso per i primi dieci), allora l’entità del tempo sarà consistente perchè il concorrente si vedrà levare diversi minuti sul suo tempo d’arrivo , per i primi dieci il rischio sarà però quello di beccarselo anche a svantaggio. Naturalmente in base alla lunghezza di ogni prova studieremo quenti minuti o levare o assegnare, i big rischieranno penalità ma avranno anche loro la possibilità di andare in positivo, una formula che anche senza card in teoria dovrebbe poter dare la possibilità a tutti di poter restare in partita sino alla fine, un pizzico di fondoschiena sarà però indispensabile, buona fortuna cinghiali…..

1) CRONO PROLOGO DI LINFANO 13/04 0re 15 Come nel 2014 la prova individuale contro il tempo si affronterà sul tracciato che partirà da Linfano e arriverà alle fabbriche del sarca, un apnea che se la fortuna aiuterà, vedrà gli sfidanti aiutati dall’ora che soffierà da sud, caso contrario ci sarà da spingere…

2) DUATHLON DI PRATOSAIANO 11/05 ore 15 Inedita prova nei dintorni di Pratosaiano da affrontare in sella a un mtb e di corsa su un circuito che vi sveleremo di seguito, un altra buona occasione per fuorisoglia imbarazzanti, ma dopo grande festa !

3) DUELLO ALL’ALBA 25/05 ore 6 Consueta levataccia alle prime luci del giorno per l’appassionante e dinamica sfida sullo stesso tracciato dell’anno scorso da Fies sulla ciclabile sino al lago di cavedine e arrivo in cima alle Marocche.

4)  LA CLASSICA DI TENNO 29/06 ore 15 Rimane intoccabile la super classica del TDP che da sempre misura le reali condizioni dei concorrenti in vista poi di salite più impegnative, qui nessuno può più nascondersi..

5)  IL TEMPO DELLE BIGLIE 10/07 ore 19 Il tappone virtuale che da molti anni tiene banco per spezzare le vere fatiche in bicicletta, non mancherà anche stavolta di appassionare i vari personaggi, intenti a far rotolare la prorpia biglia davanti agli altri tra gli sfottò sulla sabbia del campo di volley, quella sera si tornerà ( o si è sempre rimasti) bambini…

6)  LE LUCCIOLE DELLA PONALE 24/07 ore21 Dopo due anni di assenza non poteva mancare la tappa regina delle estati più sfolgoranti del tour, questa volta la gara sarà solo esclusivamente a chi sfoggierà la miglior scenografia (massimo tre persone a gruppo), una speciale giuria all’arrivo di Pregasina voterà tutti gli arrivati, i ragionieri poi li tradurranno in tempi virtuali d’arrivo per la classifica generale, quindi cominciate a pensare qualcosa di speciale per l’occasione…

7)  ASSALTO AL FORTE TOMBIO 11/09 ore 18 e 30 Inedita quanto dura prova che specie nei due km finali raggiungerà pendenze da capogiro, si partirà dalla galleria della val di ledro per poi salire su strada sino a Pranzo, dopo si piegherà per la forestale che porta alla galleria dei Campi, di nuovo su strada fino al bivio del monte Tombio, da lì il finale da brividi ( pendenze a tratti superiori al 20%) che porta alla sommità posta a 850 mt. Cima Coppi degna del TDP, mtb indispensabile..

8)  CACCIA AL TESORO 28/09 ore 15 Nell’ultima edizione è stata determinante e ricca di colpi di scena, anche per questo finale la formula sarà la stessa, magari da affrontare in coppia ( da decidere ), sparsi quà e là per la busa per trovare indizi che porteranno in trionfo il nuovo re del TDP

Numeri e date da definire

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” TELEFONA QUANDO ARRIVI..”

Non è passato poi così tanto quando ancora bisognava trovare un bar o una cabina per dire che si era arrivati a destinazione, eppure il passaggio seppur breve racchiude in se il cambiamento di un epoca, ora distanza e tempo sono relativi dettagli, ma sarà così anche per i cinghiali ?  Il tempo e la distanza di fronte all’esistenza del cosmo sono una cosa, ma per la giornata di un cinghiale tipo invece sono problemi grossi da risolvere ogni fottuto giorno, gli rimane troppo poco tempo per giocherellare coi dispositivi, è gia fortunato se arriva in tempo dalla cinghiala a casa che lo aspetta minacciosa, ma per la verità a noi piace vedere il cinghiale diverso, quello che attraverso la bicicletta ha sperimentato altre vie….

Il TDP di quest’anno cambia pelle ai cinghiali ma difficilmente gli leverà le sue abitudini, troverà ancora una volta il modo per sopravvivere, dovrà solo stare un po’ di più al passo coi tempi….   Il tempo e non i punti caratterizzeranno i numeri di questa edizione, le classifiche si baseranno col sommare dei distacchi proprio come nei grandi giri, ma al tour de pance non può naturalmente bastare così e allora….  La famigerata “sòccial’card” cambierà veste anche lei nella più consona ” sòccia’l time card “, la quale rappresenterà un bottino totale dai 30 minuti in su a seconda dei piazzamenti nel dopo Tenno che ogni concorrente potrà utilizzare nell’arco del tour, dosando a prorpio piacimento la carta, a seconda della prova che gli interessa di più o scalando il tempo in più tappe il tempo dei  minuti che avrà sulla propria carta.  La time card sarà consegnata personalmente alle persone che si classificheranno dal 11° posto in poi nella prima tappa di Tenno,  potrà poi essere utilizzata in una tappa successiva prima di una gara dichiarando sulla card il tempo che si vuole scalare e consegnando autonomamente la card a un ragioniere.   Durante la cena inaugurale che molto probabilmente si terrà alla speck stube di Malcesine in marzo, verranno spiegate come cosuetudine le  istruzioni per l’uso e installazione guidata dell’applicazione gratuita di STRAVA necessaria per una tappa in particolare sui dispositivi dei partecipanti, presentazione della time-card.

” TELEFONA QUANDO ARRIVI ! “


1)  ” LA CLASSICA DI TENNO “ Qui la classifica sarà stilata con i tempi di arrivo di ogni concorrente e poi verrà consegnata la time card alle persone che si classificheranno dal 11° posto in poi da utilizzare nelle tappe a venire.

2)  ” LAGHEL RING “ Giro di laghel  in un sabato pomeriggio con partenza di fronte ai cinesi-laghel-strada a sinistra-giro di laghel ed arrivo alla chiesa di laghel ipotesi ristoro al castello di Arco. Ok time card

3)  ” DUELLO ALL’ALBA “ In località gaggiolo in anello da definire, probabile salita da dro via fies e ritorno per il lago di cavedine via marocche. Ok time card

4)  ” DUATHLON TELEFONATO “ Staffetta bici-sky race in una tappa inedita in coppia in base alla classifica provvisoria NO time card.
Partenza circa cascata del varone uno in bici via cologna e uno di corsa da gola. Lo scambio della staffetta sarà determinato da un giudice alla croce che autorizzerà la telefonata al compagno.

5)  ” GRASSI SATURI “ La cima “coppi” ritorna a malga grassi in tappa serale con probabile cena al rifugio, Ok time card.

6)  ” I CINGHIALI DELLA PONALE “ Come cenerentola, anche i cinghiali hanno perduto le sembianze di principesse nelle vesti di lucciole, e ritornano a sfidarsi la notte come una volta a zannate, poi tutti amici a Pregasina.  Ok time card

7)  ” CACCIA AL SEGMENTO “ Luogo da definire per la sfida inedita, che vedrà il cinghiale munito di telefono affrontare un percorso condito di segmenti più o meno brevi già definiti su strava, solamente che nessuno saprà sino a fine corsa quale sarà il segmento che gli verrà assegnato, ognuno saprà prima i segmenti che ci saranno sul percorso, poi potrà decidere dove tirare di più.  Affascinante prova ma di difficile interpretazione, niente time card qui, improvvisazione unita alla forza se si vuole tirare dall’inizio alla fine, ma non è necessario se si avrà fortuna di imbroccare il segmento giusto senza faticare sugli altri.

8)  “  CACCIA AL TESORO “ Gran finale divertente con l’ormai classica prova a squadre per le strade della busa, al termine di essa tre bonus in minuti forse cambieranno le sorti finali tra i primi in classifica.

Date, orari e altre piccole modifiche da definire.


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PENSIERI E PAROLE IN ATTESA DEI NUMERI

Volevo ringraziare tutti per la partecipazione dell’ultima prova, sinceramente forse la più difficile da affrontare, la tristezza nel cuore per la scomparsa del nostro grande amico valentino mi ha frenato non poco, ma nello stesso tempo come anche Tarcisio ha ribadito, lui avrebbe voluto così, quindi voglio dirvi che se avete provato anche voi quello che ho sentito io, allora lui era lì ancora con noi, con le nostre dmenzialità, demenze senili, o sindromi da Peter pan che siano, ma ancora con la voglia di onorare la pura voglia di divertirsi e magari prendersi poco sul serio, ovvero l’essenza del TDP.    Detto questo amici, i risultati li avrete a breve, possiamo dire che sia “Walter l’ombroso” che la “Levera” sono rispettivamente il nuovo re e regina del tour 2017, hanno però dovuto sudare sino all’ultimo, il quiz ha scatenato il duello finale ed è stato avvincente, per questo bisogna davvero farvi i complimenti perchè alcune domande erano davvero difficili, segno che avete studiato la storia del TDP, non come quel lazzarone del patròn… :-)   A parte gli scherzi, con calma ultimeremo la storia del TDP, un tesoro di informazioni, aneddoti che sono già leggenda della nostra piccola grande favola, a presto amici.

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“Avvoltoi sopra padaro”: la storia del TDP

La tappa degli “Avvoltoi sopra Padaro” nacque nel lontano 2000, ovvero nella prima edizione del TDP e fu subito un massacro, a parte un paio di personaggi già avvezzi alle prove dure, gli altri forse ignari di quello che gli aspettava, si sfiancaro subito sul muro di padaro per poi arrancare pietosamente nelle rampe successive. Già l’anno dopo i vari cinghiali migliorarono vistosamente la loro condotta di salita e solo pochi rimasero preda degli avvoltoi, nel 2005 solo uno finì tra le loro fauci, arrivò a buio inoltrato e gli fu data l’ultima pastina avanzata della festa.  Ne seguirono altre due volte con ormai concorrenti sempre più agguerriti, ma si decise di far partire prima i meno veloci dopo la protesta sindacale in seno ai cinghiali, il primo segnale di pallida democrazia dopo anni in cui il cinghiale più lento veniva offerto come sacrificio al dio dei crampi, ma le fatiche non cambiarono, rimase sempre la tappa incubo, gli avvoltoi sono sempre lì, e il primo che barcolla non sarà mai solo…   Detto questo amici, la “cima Coppi” di s.Giovanni rimarrà sempre come la tappa regina di montagna del Tour de pance e tutti a distanza di anni onorano la prova sempre al massimo delle proprie possibilità, che siano solo 50 minuti dei primi che le quasi due ore degli ultimi, una sfida principalmente con se stessi, o col rivale di birra, sofferenza sì ma sopratutto l’avventura di una delle più belle salite che abbiamo dalle nostre parti, su forza quindi, dopo sarà solo discesa… :-)

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“IL TEMPO DELLE BIGLIE”

Che il Tour de pance non sia solo bicicletta l’avete capito da un pezzo ormai, sarebbe davvero riduttivo etichettarci come ciclisti, anche perchè forse non reggeremmo il confronto con altri ben più determinati soggetti in circolazione, ma noi probabilmente abbiamo quel “qualcosina” in più che ci fa spaziare in campi che mai ci saremmo sognati di affrontare, dal teatro spiccio in strada, a vere e proprie recitazioni, piccoli romanzetti, o addirittura di cantare, una vera e propria officina del delirio.   Detto questo amici, mercoledì sera ci ritroveremo ancora una volta in spiaggia ai sabbioni, per interpretare la tappa virtuale di quest’anno, niente bicicletta solo biglie da far rotolare sulla pista di sabbia e festa, portatevi la divisa come se fosse una normale tappa su strada, braghette comode e sandali.    Di seguito vi riportiamo il breve racconto che Enriquez aveva scritto alcuni anni fa, in occasione della prima prova delle biglie.  A presto !

” IL TEMPO DELLE BIGLIE “
Era l’Italia delle bombe, dell’austerity, degli scontri in piazza, ma era anche l’Italia che si lasciava giocare in strada dai ragazzini come me, che a dispetto dei periodi più bui che stava vivendo, sapeva regalare ancora dei momenti di rara bellezza.   E allora quando arrivava la bella stagione, se non era all’oratorio, pronipote dei più recenti e raffinati centri sportivi, poteva essere in una di quelle sporadiche chiazze di verde che resistevano quà e là tra i vari quartieri della città, ogni posto andava bene per il gioco delle biglie, all’interno di esse vi erano raffigurati i campioni del ciclismo, figli di un dio minore, oscurati dai divi del calcio come Mazzola e Rivera, che dividevano un Italia, già abbastanza divisa da altri gravi problemi, che comunque non sembravano più importanti di una domenica calcistica.   Una volta trovato il posto giusto, meglio di tutti erano quelli con la sabbia, si trascinava per i piedi il compagno di giochi, affinchè il suo fondoschiena disegnasse la pista dove i vari Gimondi, Bitossi, o Zandegù potessero sfrecciare rotolando nelle biglie da noi animate. Ricordo che un mio amico vinceva quasi sempre, e se noi avevamo biglie con campioni ben più titolati come Gimondi o Baronchelli, lui con quell’improbabile Gavazzi, che nelle corse reali in strada, era un eterno piazzato, sulla magica sabbia dei nostri giochi arrivava quasi sempre davanti.   Ma non erano solo bambini a partecipare a questo gioco popolare, anzi non era raro ritrovarsi chinati sulla pista di sabbia con chi l’età dello sviluppo l’aveva già passata da un pezzo, e ormai non aveva più le ginocchia sbucciate.   Quel pomeriggio lo ricordo ancora, i giardinetti dove giocavamo tra i palazzi di una Milano finalmente sgombra dalla nebbia che l’attanagliava dal lungo inverno, erano più popolati del solito, vicino a noi, seduto su di una panchina, un uomo di una certa età ascoltava una radiolina portatile, il volume era abbastanza alto per capire tra gli schiamazzi dei bambini, le ultime notizie dellla giornata, e così tra un tiro di biglie e l’altro, le indignazioni dei politici alla radio per l’ennesima strage di civili ad opera di una bomba esplosa tra la folla, un altra tristissima pagina dell’Italia di quel tempo, quella di Brescia del 1974.   Però era più che normale che certe notizie ci scalfissero solo di striscio, in fondo eravamo ancora dei bambini, avevamo il diritto di volare un po’ più in alto, di poter continuare a credere ancora o di poter ribaltare storie già scritte o scontate, così quando ci fermammo esausti sulla sabbia mangiando un ghiacciolo alla menta, alla radio scorreva un titolo di coda sugli avvenimenti sportivi della giornata, annunciarono con nostro stupore che un certo ciclista di nome Gavazzi aveva vinto in volata la sua prima tappa al giro d’Italia, non credemmo alle nostre orecchie, la fantasia o la realtà delle nostre biglie aveva trionfato, potevamo davvero credere che un giorno il futuro l’avremmo fatto anche noi, e questo ci bastava.

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